Con qualche fisiologico annetto di ritardo, anche la critica cinematografica ufficiale ha ravvisato nel coreano Park Chan Wook (Mr. Vendetta, Old Boy, Lady Vendetta) le stimmate del regista di razza, quelle caratteristiche di coraggio, intransigenza e innovazione che dovrebbero essere l’imprescindibile materia fondante nell’ espressione della settima arte. Le stesse caratteristiche che, poche eccezioni a parte, sembrano ormai essere cronicamente assenti quando ci si ritrova a parlare di horror, genere da anni schiavo di un’aridità di idee spesso direttamente proporzionale alla quantità di fondi investiti.