Dracula 3D: il nuovo film di Dario Argento si è rivelato, purtroppo, un triste, scorante, clamoroso flop.
Dopo anni passati a girovagare senza sosta nè costrutto, l’hobo aveva finalmente capito che fare della propria vita: avrebbe comprato quel bel tagliaerba di seconda mano intravisto in una vetrina di un negozietto di Scumtown, ultima tappa della sua esistenza raminga e solitaria.
Da un lato il fatto che le storie di vampiri, ormai, hanno decisamente saturato il mercato: dalle pellicole adolescienziali del filone Twilight alla letteratura spicciola che si dipana tra diari e diarietti, cronache e saghe più o meno commerciali, dove la figura del vampiro che ci viene raccontata, è sempre quella di una creatura dandy e un pò efebica e dove lo stile e i toni della narrazione sono intrisi di pennellate dalle stucchevoli tinte rosa, più appropriate, forse, per una telenovela brasiliana che per un horror in piena regola.
E’ nato come un gioco divertente, ma dopo che il gioco l’ha vinto le cose si sono fatte dannatamente serie: probabile ultimo erede della variopinta covata Grindhouse, Hobo with a Shotgun di Jason Eisener ha ora tutti i crismi del lungometraggio e il volto livido e segnato di Rutger Hauer. E tutti hanno immediatamente smesso di ridere.
La nuova moda, intrapresa dallo scorso anno, è quella che vede come maggiori protagonisti della carta stampata e della celluloide, la figura del vampiro; così come remake, sequel, prequel si fanno sempre più largo tra noi, lasciando sempre meno spazio alla fantasia.