La sensazione guardando Kinatay è di assistere ad un esercizio di stile per impressionare le giurie festivaliere.
Vincitore del premio per la miglior regia al 62° Festival di Cannes, questo parto di Mendoza è pellicola da prendere con le pinze. Duro, glaciale, sgradevole nella rappresentazione della violenza, girato con uno stile semi-documentaristico, Kinatay, cioè “massacro “ in filippino, ci racconta le gesta del giovane Peping (Coco Martin), fresco sposo, padre di un bambino di soli sette mesi, che studia per diventare poliziotto, ma che, per guadagnare più soldi, di notte è arruolato nella malavita di Manila.