Parrebbero scaturiti da una dimensione lovecraftiana della realtà i Predatori dall’abisso di Ivo Torello. Orribili, mutanti, letali.
Lontani da qualsiasi forma familiare all’umano raziocinio, difficili da percepire e descrivere, prima ancora di poter essere compresi. Eppure portatori di un mistero che nulla ha di metafisico, di sovrannaturale. L’orrore delle creature di Kirsdale, borgo poco ridente della Scozia, è tutto compreso nello spettro delle possibilità della natura. Un impossibile che rientra nel novero delle non quantificabili opzioni dell’infinito universo in cui è incastrata la sfera blu chiamata terra.