«Nella loro malattia si esprime quella vita dannata che così tanti accolgono. Una vita fatta di appetiti e violenze insensati, senza alcuna preoccupazione per gli altri.
I nostri fratelli pattugliano le campagne in segreto, di solito la notte, e celebrano gli ultimi riti per chiunque abbia ceduto a questa abominevole forma di morte vivente. In questo modo teniamo sotto controllo la piaga. Ma noi non siamo Dio o i suoi santi angeli e a volte la nostra vigilanza non è sufficiente. L’epidemia sta diventando troppo forte e si diffonde troppo in fretta».