Con Howling VI la regista Hope Perello ha tentato di creare qualcosa di nuovo all’interno della saga. Tentativo di scarso successo ma con qualcosa da salvare.
Ian è un giovane uomo che si presenta nella desertica cittadina di Canton Bluff come carpentiere. Comincia così a lavorare alla ristrutturazione della chiesa locale evitando il più possibile i contatti umani e soprattutto la luna piena.
Ian è infatti un lupo mannaro terrorizzato dall’idea di diventare in un killer assetato di sangue ogni volta che si trasforma. R.B. Harker, proprietario di un circo di freaks, scopre la vera natura di Ian e lo obbliga, con un talismano e convincendolo di essere già un assassino, a lavorare per lui. Ben presto però la verità viene a galla e Ian, con l’aiuto di altri freaks dovrà affrontare un male al di là di ogni sua aspettativa.
Il più grande pregio di Howling VI è allo stesso tempo il suo più grande difetto ovvero l’aver tentato di variare un po’ sul tema della licantropia. Infatti, pur essendo stata un’intuizione positiva, l’opera di Hope Porello non riesce effettivamente a colpire nel segno lasciando lo spettatore tra la noia e l’indifferenza. Il tema stesso della licantropia è a malapena abbozzato, ben lontano da qualsiasi dei precedenti film della saga, la doppia natura di Ian sembra essere più un pretesto che il cardine della storia che si trasforma in un dramma amoroso dalle tinte gotiche piuttosto che in un film sulla licantropia.
Il film sotto molti aspetti presenta delle contrapposizioni che lasciano perplessi. Dal punto di vista della regia si possono vedere scene di grande impatto, come la spettacolare scena iniziale, alternate da altre completamente inutili come le numerose volte in cui vediamo Ian mentre lavora alla ristrutturazione della chiesa che ricordano ‘la casa nella prateria’ piuttosto che un film horror.
Il cast allo stesso modo non convince del tutto a causa di una mediocre performance del buon protagonista e una fantastica interpretazione della sua nemesi. Gli effetti speciali, fiore all’occhiello per il capostipite della saga firmato dalla regia di Joe Dante, sono piatti e imbarazzanti soprattutto Ian-licantropo e il make-up da vampiro di R.B. Harker, così scuro da perdersi completamente nella scenografia e così rigido da impedire qualsiasi espressività all’attore.
Nonostante le buone intenzioni, Howling VI non è altro che l’ennesimo mediocre sequel a causa di una pessima sceneggiatura e della mancanza di una regia forte e coerente che l’hanno reso un film noioso e inconcludente.
About Alessia-Gasparella
Twitter •