Cinema Cabin Fever 3: patient zero

Cabin Fever 3: patient zero

Cabin_Fever_3_2014Cabin Fever 3 guarda al mondo dei fumetti Marvel in chiave deliziosamente horror.

E’ il momento dell’addio al celibato per il giovane Marcus, ma anche il momento di dire addio ai suoi amici d’infanzia. Quale occasione migliore di una vacanza su un’isola deserta a fumare erba e bere birra senza un domani? Peccato che il paradiso terrestre sia anche la base segreta di un equipe medica che studia un virus letale. E’ l’inizio di un contagio che consumerà sia i rapporti tra i personaggi che la loro carne!

Kaere Andrews è un signor nessuno nel mondo del cinema: un horror e un episodio degli Abc of death, entrambi non memorabili. Discorso diverso per quando si parla di Kaare Andrews fumettista e sceneggiatore: emozionanti i suoi lavori per la Marvel, soprattutto le avventure dell’Uomo Ragno e dell’Incredibile Hulk. Dev’essere stata questa la sua buona fama creativa a convincere i produttori del terzo Cabin Fever ad affidargli il timone del progetto, vuoi anche perchè il suo film d’esordio, Altitudine, pur se non riuscito, aveva un buon piglio tecnico e una cerca bizzarria nel plot, motivo di culto tra i fan del genere.

CabinFever-still

Dopo l’esagerato, grottesco e sanguinosissimo Cabin fever 2: spring fever, la saga sembrava destinata alla prematura chiusura: il lavoro di Ti West aveva scontentato i produttori e il film, rigirato parzialmente e montato senza l’ausilio del suo autore, era stata un’uscita repentina in dvd, distrutta criticamente ed odiata dal pubblico. Da noi, in Italia, non è passato neppure in tv, nella rete privata più scalcagnata, ed è un peccato perché Cabin Fever 2 con i suoi eccessi era una pellicola molto divertente. Questo terzo capitolo si presuppone essere un prequel al primo film, ma alla fine ne esce un’opera a sè stante, con ben pochi punti d’unione con il suo prototipo. Scende anche il livello di nudi (un paio di tette mostrate di sfuggita) e di gore, ma questa volta a contare più che la quantità è la qualità: la regia di Andrews è inaspettatamente riuscita, tanto da giocare con i soliti addendi della serie in maniera totalmente anarchica e innovativa. Se nel complesso il film narrativamente è già visto con il solito gruppo di ragazzi che per un addio al celibato scelgono, sfiga della vita, un’isola perduta (ma cazzo si chiamava Isola del diavolo!!!!) dove il bacillo del virus è presente fin nell’acqua del mare, è l’inedito tocco registico, da vero cinecomix, a rendere interessante il tutto. Tra colori violentissimi che riportano al Creepshow romeriano o personaggi tagliati caratterialmente con l’accetta come un fumettaccio di serie B, il film scorre liscio come l’olio, fino all’incredibile (raccontarla non rende giustizia) lotta tra due ragazze infette. Sembra di assistere, in questa sequenza, ad uno scontro tra due supereroi arrabbiati, i famosi numeri dove Hulk prendeva a mazzate La cosa, con botte da orbi, ma anche arti che si spezzano per la cancrena del virus, pelle che si sfila come guanti e umori vomitati, nel momento più insostenibile di tutta la pellicola, dove il senso di malsanità è percepibile anche per chi lo guarda.

Kaare-Andrews-Patient-Zero-Still

I cliché della serie ci sono tutti e non manca una sequenza di sesso estremo tra un’infetta e il suo ragazzo, un cunnilingus che vede impegnato lo sprovveduto con eccessiva foga (“Sei bagnatissima”) finché, alzando il viso dal sesso della partner, il giovane non ne esce tutto pieno di sangue e pezzi di carne.
Sono però cose che ogni fan della serie si aspetta ed era proprio l’approccio troppo dissacrante di Ti West nel secondo capitolo ad averne decretato il disastro: qui invece Andrews, pur non rinunciando all’ironia (vedere la divertente morte del poliziotto infetto per esempio), riesce perfettamente a calibrare ogni aspetto del suo film. Siamo poi nell’unico film della serie dove i malati sembrano zombi, una virata che, prima o poi, doveva essere fatta, e che riporta senza dubbio al modello ispiratore del primo film di Roth, l’Evil dead raimiano. Tra gli attori, abbastanza anonimi, spicca per professionalità lo Sean Astin di Goonies e Il signore degli anelli, qui nei panni del paziente zero, portatore sano del virus. Nel complesso quindi non aspettatevi un film rivoluzionario per trama (anche se un paio di colpi di scena nel finale sono ben assestati), ma un horror ben girato, leggero e divertente, nè più nè meno rivoluzionario di un fumetto di Oltretomba. Se vedrete Cabin fever 3 col giusto approccio potrebbe divertirvi e tanto.

Cabin fever 3: Patient zero - VOTO: 3/5

Anno: 2014 - Nazione: USA - Durata: 90 min.
Regia di: Kaare Andrews
Scritto da: Jake Wade Wall
Cast: Sean Astin - Currie Graham - Jillian Murray - Mitch Ryan - Solly Duran
Uscita in Italia: - Disponibile in DVD:

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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