Dodici sconosciuti devono eliminarsi a vicenda in questo “diabolico” thriller horror privo di mordente
Alcuni sconosciuti si ritrovano chiusi in una grande sala semi abbandonata e dodici di loro vengono selezionati e chiusi in una stanza più piccola. Un uomo comunicherà loro che entro tre ore dovranno decidere chi fra essi è l’unico innocente destinato a sopravvivere: dovranno quindi uccidersi a vicenda, uno di loro dovrà morire ogni 12 minuti. Nessuna spiegazione, solo una pistola, un coltello ed una stanza dalla quale è impossibile uscire. Inizierà così una carneficina assurda tra confessioni, ultime volontà e paura. Se il plot sulla carta sembra interessante, ecco invece che già dopo i simpatici titoli di testa demoniaci, capiamo subito di trovarci di fronte ad un prodotto di bassa qualità, troppo televisivo e senza mordente. La storia nel suo essere accattivante ricalca film ben più famosi e si potrebbero fare esempi che vanno da The Cube a House of Nine, fino al cult torture porn Saw, ma queste pellicole rimangono solo dei lontani riferimenti per Jeremy London – attore di serie tv e qui regista – e la sua squadra: non basta a salvare dal disastro nemmeno il guizzo finale, un colpo di scena forse prevedibile ma tutto sommato intelligente. Le ragioni della disfatta sono molteplici, a partire dalla sciatteria nell’ambientazione dell’unica claustrofobica stanza: solo un grande affresco campeggia su una parete, per il resto sembra di essere in un’anonima sala d’attesa di un tribunale. La sceneggiatura non sa sfruttare l’intelligente punto di partenza e si perde in una sequenza di morti noiose e prevedibili, annacquate in dialoghi banali senza senso. Per quanto concerne invece i protagonisti, alcuni fanno la loro discreta figura come C. Thomas Howell (famoso negli anni ’80 per I ragazzi della 56 strada, The Hitcher e Alba Rossa) nel ruolo del predicatore nel suo improbabile look alternativo col cappellino o anche Jake Busey ( visto in Starship Troopers e Identità) nel ruolo del militare corrotto e non va dimenticato Eric Roberts (I migliori, I mercenari) in una parte piccola ma importante. Gli altri invece regalano performance dimenticabili, senza nerbo e vistosamente sopra le righe, colpa anche di personaggi stereotipati all’inverosimile.
Dal punto di vista più gustosamente horror, non viene soddisfatta la sete di sangue e omicidi del pubblico, niente di creativo, solo una sequenza di eliminazioni fino alla resa dei conti finale. Difficile quindi salvare qualcosa dalla visione di questo film se non appunto il finale, che arriva però troppo tardi e non riesce a risollevare un prodotto troppo prevedibile e televisivo, in grado di essere solo dimenticato tra la miriade di altri titoli simili.
About Alessandro Cruciani
Cresciuto nella provincia di Viterbo a pane e film, tra notti horror e combattimenti alla Van Damme, ha coltivato questa passione arrivando a creare gruppi di folli appassionati di cinema su facebook e a collaborare con alcune recensioni su www.bizzarrocinema.it e wwww.horror.it. Al di fuori del lavoro ama leggere, ascoltare musica e divorare serie tv.