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Dalla Nuova Zelanda arriva questa succulenta commedia horror con tanto gore a base di carne umana e cultura Maori

Rina torna a casa dopo il primo semestre presso la scuola per giovani ragazze Maori, è da poco consapevole di essere attratta dalle donne, ma non ne ha ancora parlato a casa. I suoi genitori, Hemi, professore frustrato e Margaret, cuoca di successo della tv locale, la sorprendono confessandole invece di aver iniziato a seguire, durante i mesi della sua lontananza, una particolare dieta a base di carne … umana. Nel bel mezzo di questo dramma familiare irrompe in casa un gruppo di delinquenti in fuga dalla polizia guidati dal grassone Richie-Tan e dalla bella Gigi: sarà l’inizio di un delirio di sangue e violenza.

Dalla Nuova Zelanda arriva questa divertente commedia horror che ha fatto il giro dei festival conquistandosi a suo modo la simpatia del pubblico: la tradizione di quel paese in fatto di black-comedy è ricca, basti pensare a Splatters, Bad Taste o il recente Black Sheep, a questo aggiungiamo che il regista Danny Mulheron ha scritto a suo tempo insieme a Peter Jackson l’altro gioiellino Meet the Feebles e quindi possiamo stare tranquilli. Va anche detto che finalmente, dopo commedie nere su zombie, vampiri, serial killer, si affronta il tema del cannibalismo ad un livello più leggero, scherzando qui con l’antica cultura maori: il capofamiglia Hemi infatti vuole seguire le gesta di un sacerdote convinto di ottenere l’immortalità mangiando carne umana e la moglie, esperta cuoca, si diletta a preparare gustosi piatti a base di essere umani.
Il contesto in cui è inserita la vicenda è poi quello della ricca periferia di Wellington, dei quartieri con centinaia di villette identiche e stereotipate nel bel mezzo della splendida natura neozelandese; in una ricchezza e sfarzo che sembrano contrapporsi alle origini della cultura maori. Il mix tra sangue, commedia grottesca familiare, erotismo soft core e atmosfera vagamente tarantiniana (grazie ad una colonna sonora ’60 scanzonata) riesce soprattutto nella prima parte, quando ancora i ruoli sono ben definiti e i nostri adorabili cannibali dell’alta borghesia locale sono “vittime” dei fuggiaschi. Nella seconda parte invece i dialoghi frizzanti e l’ambiguità delle dinamiche familiari lasciano il posto alla mattanza e al delirio più totale, degenerando totalmente.

Molto azzeccati sono i protagonisti: la giovane Rina (Hanna Tevita), sensuale studentessa preda delle sue pulsioni passa dall’essere indifesa prigioniera a complice/amante della sexy Gigi (Kate Elliott); quest’ultima – calzettoni al ginocchio, shorts e frangetta – ricorda le cattive ragazze del cinema di Russ Meyer e armata di fucile a canne mozze fa la sua degna figura.
Spicca su tutti però il folle Hemi, rispettabile professore universitario in cerca di successo, geloso di quello della moglie e disposto a fare qualsiasi cosa per la ricerca dell’immortalità, è interpretato in modo squisitamente sopra le righe da Temuera Morrison, già visto in alcuni episodi della nuova saga di Star Wars e nel classico Once Were Warriors. Un film quindi che si lascia guardare senza impegno, con la giusta dose di gore (anche ben realizzato) e che scherza con vari generi senza prendersi sul serio, regalando personaggi riusciti e simpatici.

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