Ritorna il virus più letale della storia dell’horror.
Il primo capitolo di Cabin Fever del 2002 fu nei fatti l’esordio indie e squattrinato di Eli Roth, uno dei futuri capisaldi dell’horror moderno, director brutale e beffardo destinato a individuarsi come uno dei nomi principali del movimento splat pack. E a buon titolo nel clan dei genietti dell’orrore contemporaneo ci sta pure Ti west, regista non sempre costante ma dai colpi di macchina geniale e autore del secondo capitolo dela saga di Cabin Fever nel 2009 (Cabin Fever 2- Spring Fever). Del primo film c’è poco da aggiungere perchè tanto si è già detto. Film intenso, cattivo, vibrante, claustrofobico e cult ma non “instant” cult.
Pellicola a rilascio prolungato, capita e apprezzata dal pubblico solo dopo le sacrosante segnalazioni positive della critica specializzata, un pò come sta avvenendo per il Salem di Zombie. Cabin Fever è stato comunque la si voglia mettere il primo mattone nel regno del gigante Roth che, da li a poco, avrebbe scritto, diretto e prodotto fra le cose più interessanti e avanguardiste del decennio non solo in ambito strettamente orrorifico.
Il secondo Cabin Fever di quel ragazzaccio scapestrato di Ti West è film inferiore al primo, con il regista costretto a sottostare a molteplici condizionamenti da parte dei produttori arrivando persino al punto di rinnegare il risultato finale. Non tutto è però da buttare via e, sebbene largamente imperfetto, il secondo capitolo della serie mantiene abbastanza vivo il clima di inquietudine pandemica diffusa già sviluppato benissimo da Roth e soci nel capostipite. A febbraio in Russia in sale selezionate e in Germania in formato DOV uscirà il terzo Cabin Fever, Cabin Fever Patient Zero per l’esattezza, storia di una nave- laboratorio chimico che sperona una imbarcazione da crociera al largo dei Caraibi diffondendo sullo scafo un pericolosissimo virus. Si tratta di una sorta di prequel del film di Ti West e anche questa volta il “mostro” del franchise sarà la fascite necrotizzante, malattia di rara diffusione e di origine batterica che causa danni devastanti fino al sopraggiungere della morte dopo l’emergere di bolle, lacerazioni cutanee,vescicole, trombosi capillari, necrosi sottocutanee e conseguenti attacchi violenti di febbre, vomito e diarrea. Dirigerà Kaare Andrews che qualcuno ricorderà per il singolare ma non del tutto disdegnabile Altitude ( 2010) , storia di un piccolo equipaggio alle prese con un mostro maligno ad alta quota, e per via del corto francamente cestinabile V For Vagitus dell’altalentante esperimento antologico ABC of Death (2012).
Jake Wade Wall è lo sceneggiatore, firma di tutto rispetto dopo i tre precedenti plot del remake di The Hitcher (2007), dell’inquietante Amusements (2008) e del discreto thriller psicologico Chiamata Da Uno Sconosciuto (2006).
Nel cast l’esperto Sean Astin che, dopo una gavetta in serie TV minori e doppiaggio di video game tematici, finalmente ricomincia a essere riconosciuto per ruoli maggiori dopo le brillanti prestazioni nelle parti di Mikey in Goonies (1985, Richard Donner) e di Sam nella trilogia de Il Signore degli Anelli. Ad accompagnare Astin, Currie Graham comparsa stakanovista di numerose serie tv da Fringe a Grey’s Anatomy e poi ancora l’ombroso e affascinante Ryan Donowho, la meravigliosa starlette in erba Jillian Murray e tante belle faccette minori ed espressive come le piastrelle di una toilette pubblica a Montecarlo. Completamente girato in Repubblica Domenicana sotto l’ala protettrice e produttrice di Film 002 e Indomina Group, Patient Zero non sarà il finale della serie visto e considerato che le due case produttrici appena citate hanno già messo in cantiere le basi per il quarto capitolo, Cabin Fever Outbreak che dovrebbe uscire l’anno prossimo e che da indiscrezioni varie sarebbe il prequel del primo film di Eli Roth. Premettendo che il tema del virus mangia carne ha un suo fascino intrinseco in quanto fenomeno reale e graindguignolesco quanto un’ overdose da krokodile ( il terribile surrogato russo dell’eroina che decompone in breve tempo i tessuti riducendo il tossico in larva cancrenosa priva di denti e capelli) bisognerà stabilire che tipo di approccio verrà scelto per l’esecuzione di questo terzo capitolo, ovvero se prevarrà la linea slasher, quella del disaster movie oppure se avremo un dosaggio intelligente delle componenti come nel primo episodio. Sarebbe già un piccolo miracolo. Staremo a vedere.
httpv://youtu.be/dacqxdrkFVk
About stefano paiuzza
Appassionato d'horror da tempi recenti ma affascinato dalla paura da sempre. Ama in particolar modo il cinema europeo ed extra hollywoodiano in genere. Sogna una carriera come critico cinematografico e nel frattempo si diletta tra letture specifiche e visioni trasversali. Lavora a stretto contatto con la follia o forse è la follia a lavorare su di lui. Se fosse un regista sarebbe Winding Refn, uno scrittore Philip Roth, un animale una tartaruga. Ha pronto uno script per un corto ma non lo ha mai fatto leggere. Citazione preferita: "La dittatura è dentro di te" Manuel Agnelli.