I Necromanti. Benson torna in libreria. 100 anni dopo

Tra spiritismo e religione, un romanzo che parla di amore oltre la vita (e al di là della morte)

Fino a dove siete disposti a spingervi pur di riavere la persona che avete tanto amato e, purtroppo, perduto? Credete di riuscire a fermarvi a ciò che è lecito, oppure siete pronti a spingervi oltre l’illecito?

È quello che prova a chiedersi Laurie, nel suo intimo, nel romanzo I Necromanti, scritto da Robert Hugh Benson nel 1909. Laurie ha da poco perso la sua amata Amy e non riesce a rielaborare il lutto, nè a metabolizzare il dramma. Pertanto decide, pur andando contro la volontà della sua attuale compagna, di affidarsi ad un sensitivo, nell’illusoria speranza di poterla “abbracciare” un’ultima volta.

Morte, amore e dolore erano l’ossatura di cui la vita era modellata.

Benson delinea, con un’attualità a tratti inquietante, il ritratto perfetto di una società alla deriva e in piena crisi dei valori, facendo sì leva sulla religione cristiana come unica via positiva per la salvezza (non dimentichiamoci, però, che Benson era un prete e il romanzo è del 1900), ma con uno stile discreto, umile, rispettoso, quasi in sordina.

I personaggi principali de I Necromanti rappresentano, per sineddoche, i conflitti ideologici tra scienza, occultismo e religione nei primi del Novecento. Da una parte Maggie, fidanzata di Laurie, cerca di convincere il suo uomo, razionalmente, a non compiere scelte avventate solo perché dettate dalla disperazione. Dall’altro lato Laurie, invece, deve ancora elaborare il suo lutto e vede nello spiritismo l’unica via di salvezza. A fare da mediatore ideologico Mrs Baxter, che cerca con la sua diplomatica saggezza di fare da paciere tra le due parti.

Con una trama lineare ma carica di suspense, l’autore riesce a trasporre su carta uno dei temi più caldi della società contemporanea, con una lucidità e una discrezione sconvolgenti: la religione che, supportata dall’ignoranza, rischia di trasformarsi in superstizione, il relativismo che allontana l’individuo da Dio e tutte quelle pratiche new age che mettono l’uomo al centro del mondo e non una forza superiore.

Pur raccontando una storia che trasuda fede e cristianità, Benson ha un grandissimo pregio: non appesantisce mai il suo romanzo con giudizi morali, al punto che I Necromanti risulta godibile anche per un pubblico completamente agnostico.

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