I morti tornano in vita e sono i protagonisti di una delle serie di maggior successo prodotte in Francia
In una cittadina di montagna, nello stesso giorno, fanno ritorno a casa, alle loro normali vite, alcune persone senza alcun apparente rapporto tra loro: l’unica cosa che hanno in comune è l’essere decedute tempo prima. Al loro ritorno faranno seguito strani avvenimenti. E’ questo l’incipit del episodio pilota della prima fortunata stagione della serie tv francese “Les Revenants” (ispirata all’omonimo film del 2004) intitolato “Camille” e che segue, tra i vari personaggi tornati misteriosamente in vita, la storia appunto della giovane Camille, morta insieme ai suoi compagni di scuola in un incidente stradale durante una gita e tornata normalmente a casa come nulla fosse. Un punto di partenza decisamente interessante per un drama dalle tinte sovrannaturali che è stato presentato come uno degli eredi de I segreti Twin Peaks e che ha conquistato la Francia (Canal + ha ottenuto una media di 1,4 milioni di telespettatori per le 8 puntate trasmesse della prima stagione garantendo il miglior risultato per un debutto nella storia del canale).
E’ chiaro che il riferimento alla serie cult di David Lynch è servito ad attirare il pubblico e forse una somiglianza, almeno per ora, può essere intravista nella suggestiva ambientazione: la città in cui si svolge la storia è arroccata sui monti nei pressi di una diga la quale ricorda la cascata vicino al Great Northern Hotel di Twin Peaks, mentre i ragazzi del posto si vedono in un desolato Pub molto simile al Roadhouse, ma siamo lontani dal delirio onirico che fu appunto la serie di Lynch. Va aggiunto che gli appassionati di storie legate ai morti viventi e che tanto amano la serie “The Walking dead” potrebbero rimanere delusi: l’episodio pilota è pervaso di un fascino e un’atmosfera unica ma manca l’azione e la violenza sanguinosa cui ci ha abituato la serie americana; qui i redivivi tornano alla vita senza sapere – è il caso di Camille – di essere morti e tornano a fare quello che hanno sempre fatto. Tra i vari personaggi che vengono presentati in questo primo episodio c’è il piccolo bambino che si fa chiamare Victor, inquietante come solo i bambini dei film horror sanno essere, e che sembra essere un elemento decisivo ai fini della storia. Buone sono anche le interpretazioni degli attori che rendono credibili le sofferenze di un paese sconvolto dal lutto (il caso dell’incidente della gita della scuola) mettendo subito in chiaro che sono le forti emozioni il vero elemento principale della serie.
L’atmosfera misteriosa e drammatica non sarebbe di certo la stessa senza la buona colonna sonora firmata Mogwai: il gruppo post rock sottolinea infatti con un commento minimale ma intenso i momenti più importanti e angoscianti, commento che sarà disponibile nel mercato musicale in un Ep dal 28 gennaio 2013. A prima vista quindi siamo di fronte ad una serie di qualità, creata dalla mano del cineasta Fabrice Gobert e prodotta da una società di produzione cinematografica (la Haut et Court in collaborazione con Canal+) che, dati gli ascolti, si conferma essere uno dei successi televisivi francesi del momento e si parla già di un rifacimento destinato al mercato internazionale firmato da Paul Abbott (Shameless).
About Alessandro Cruciani
Cresciuto nella provincia di Viterbo a pane e film, tra notti horror e combattimenti alla Van Damme, ha coltivato questa passione arrivando a creare gruppi di folli appassionati di cinema su facebook e a collaborare con alcune recensioni su www.bizzarrocinema.it e wwww.horror.it. Al di fuori del lavoro ama leggere, ascoltare musica e divorare serie tv.