Cerchi un capolavoro? Lascia perdere e guarda qualcos’altro. Vuoi vedere un horror divertente? Allora Silent night è quello che fa per te…
E’ la vigilia di Natale a Cryer, una piccola cittadina del Wisconsin che si prepara a festeggiare con la sua annuale sfilata di Babbi Natale. Purtroppo questo sarà un vero e proprio Natale di sangue per lo sceriffo Cooper (Malcolm McDowell) e il suo vice Aubrey Bradimore (Jaime King), perchè un serial-killer mascherato da Santa Claus è giunto in città per portare dolore e sangue sotto l’albero e punire con una morte terrificante tutti i cittadini elencati nella sua personale Lista dei cattivi.
Natale è tempo di regali, di gioia, di una ritrovata voglia di stare in famiglia… poi l’albero da adobbare, il presepe, i bambini trepitanti in attesa del buon vecchio panciuto carico di doni… Ecco quindi una materia perfetta per imbastire un inquietante horror, il capovolgimento delle nostre concezioni, il focolare domestico che diventa antro degli orrori, ma soprattutto ecco riemergere la paura dell’estraneo, dell’intruso che viola la nostra proprietà del quale non conosciamo altro che una leggenda che può assumere, volendo, tratti inquietanti. Noi di horror.it avevamo parlato del lato oscuro di questa festa in un piccolo speciale l’anno scorso, ma in questo fine 2012 è arrivato in America un nuovo, notevole esponente, Silent night, remake del classico “bloody christmas” Natale di sangue. Naturalmente noi non potevamo esimerci dal recensirlo a velocità della luce, anche perchè, diciamolo subito, il film è tremendamente divertente, roba da carbone per bambini monelli. A girare un talentaccio che ha esordito pochi anni con un film notevole sugli zombi dal budget di una merendina (Automaton Transfusion) e che appena pochi mesi ci fa ci aveva ancor di più stupito con una versione splatter di Mamma ho perso l’aereo, Aggression scale. Segnatevi il nome di questo regista, Steven C. Miller, perchè siamo sicuri sentiremo ancora parlare di lui. Già nell’ultimo Frightfest londinese il pubblico è restato piacevolmente colpito da un suo horror, Under the bed, noi possiamo per ora crederci solo sulla parola, ma state sicuri appena sarà disponibile in un qualche supporto saremo tra i primi a parlarvene. Questo Silent night è una goliardata esagerata, piena di sangue a fiotti, corpi nudi mostrati voyeuristicamente e poi fatti letteralmente a pezzi, ma anche un film così girato meravigliosamente da essere appassionato ed appassionante. Del film originale, un horror anni 80 mai assunto a cult movie pur con 4 seguiti tra il delirante e l’abominevole, resta poco o niente, una morte, un paio di scene e un killer vestito da Babbo Natale. Alla fine però l’operazione, non dissimile da un San Valentino di sangue con i suoi picchi di gore cafone, è riuscita grazie proprio al fatto che la materia masticata e digerita non è un horror intoccabile come sono stati i recenti Nightmare on elm stret, Venerdì 13 e Non aprite quella porta. Tutti d’altronde parlando di Natale di sangue si ricordano una sola cosa, il Babbo Natale assassino, e appunto il nuovo Silent night, ci da’ proprio questo: un film su un Babbo Natale killer armato di un iperbolico lanciafiamme assassino. Wow. Steven C. Miller, Dio lo ringrazi, poi ha grande rispetto per la materia originale, tanto da piazzare, in un plot assolutamente diverso dal protipo, quei due momenti omaggio in maniera inaspettata e perfetta, soprattutto quando si era persa la speranza ci fosse un richiamo al vecchio Natale di sangue. Roba tra l’altro da scatenare l’applauso, per chi si ricorda la pellicola anni 80, quando il Babbo Natale killer prende la sua vittima e la impala ad un cervo come un tempo faceva l’assassino con Linnea Quigley, la scream queen per eccellenza di trent’anni fa. Per il resto il film è girato nel 2012, ma ha l’anima vintage, non si preoccupa di sporcarsi del sangue delle sue vittime, e colora il finale con viraggi rosso fuoco e verde bottiglia quasi in omaggio al Dario Argento che non c’è più, quello di Suspiria. Non è roba di tutti i giorni, soprattutto in questi tempi di castrazione autocensoria, vedere una scena dove per quasi dieci minuti una fotomodella porno corre in topless per poi finire mutilata e triturata in una macchina per fare la neve, oltretutto con una regia da applauso, attenta ai tempi e al ritmo, quasi stesse girando non una cazzatina da cassetta, ma l’horror del secolo. Non solo, all’interno del film muoiono in maniera atroce sì gente spregevole come un prete in odore di atti libidosi, senatori corrotti e spacciatori di droga, ma anche una bambina con l’unica colpa di essere antipatica e capricciosa, alla faccia del perbenismo degli horror moderni, in una sorta di assoluta anarchia morale. Oltretutto la morte del prete è un altro richiamo al climax assolutamente anticlericale della pellicola del 1984 dove i nostro assassino natalizio aveva in odio un convento di suore, colpevoli di averlo torturato da bambino. Certo la recitazione è da mettersi le mani nei capelli, anche Sir Malcom McDowell ci regala una performance di raccapricciante approssimazione, e la storia, alla fin dei conti, non sa alla fine dove andare a parare, ma si può accettare il tutto quando nel complesso il film non si prende mai sul serio e proprio nella sua esagerazione, come il Piranha di Alexander Aja, ha la sua ragione d’essere. Poi certo se avete voglia di un horror perfetto passate oltre, ma se avete voglia di uno spettacolo cattivo per festeggiare il Natale, tra sangue e tette, ecco che Silent night fa per voi.
About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.