NICEVILLE – CARSTEN STROUD

Un ragazzino scompare. Una banda di poliziotti maturi rapinano una banca e fanno una strage di colleghi.

Un uomo appena divorziato decide di mostrare al mondo di che pasta è fatto ricattando alcuni concittadini con delle foto pornografiche, scatenando una reazione a catena che ricadrà sulla testa di tante persone. La trama di Niceville è la storia della città stessa, una specie di triangolo delle bermuda in terra, dove le persone spariscono e non se ne sa più nulla e dove la gente cattiva diventa ancora più cattiva e di buoni proprio non c’è traccia. Il libro è scritto da un noto autore di best-seller il cui nome sembra quello di un personaggio di Stephen King: Carsten Stroud ed è il primo episodio di una trilogia ancora da finire di scrivere ma già opzionata da mezzo mondo editoriale. Romanzo impeccabile, perfetto, attendibile da cima a fondo, imprevedibile, seducente e inquietante. Forse il vero difetto sta proprio in questa coscienziosa, pedestre, applicazione delle buone norme da scuola di scrittura.

La storia corale è pregna di malvagità e di mistero ma i colpi di scena arrivano tutti al momento tattico ideale, gli ingredienti raccomandati dai manuali ci sono dal primo all’ultimo e questa cosa irrita il lettore più smaliziato pronto a seguire lo scrittore anche nei territori impervi della sperimentazione, dell’imprevedibilità creativa, specie un autore con le qualità indiscutibili di Carsten Stroud. Tolto questo appunto va detto che ci troviamo per le mani un romanzo davvero riuscito, ben scritto e tradotto magnificamente. Una storia di spettri che unisce i moderni orrori della guerra in Iraq con i torridi segreti del gotico rurale di Flannery O’ Connor e William Faulkner. L’accostamento promozionale con i Fratelli Cohen e Stephen King è più furbo che altro, visto che l’autore sembra muoversi dalle parti di Joe R. Lansdale, per la commistione disinvolta di generi diversi e l’umorismo a tratti volgare;  la crudezza asciutta e plumbea di alcune situazioni hard boiled invece conduce alla scuola di Raymond Chandler e soprattutto Jim Thompson. La storia di fantasmi che aleggia su tutta la vicenda fa pensare anche al mitico Ghost Story di Peter Straub: una presenza malvagia in cerca di vendetta se la prende sui discendenti delle più antiche famiglie di Niceville, ma Stroud suggerisce molto di più, promettendoci grandi cose per i capitoli successivi della trilogia.

Nick Kavanaugh, l’eroe tormentato è un ex reduce di guerra e si porta dietro un segreto tremendo che fa a pugni con la rassicurante divisa da poliziotto di provincia che è costretto a indossare per vivere, ma tutti quelli che arrivano a Niceville hanno qualcosa da nascondere o da cui fuggire. Può capitare di trovarla proprio in questa città stereotipata in modo tanto rassicurante su cui però domina la cappa mefitica di Crater Sink, luogo temuto ed evitato da tutti oggi come dalle antiche tribù indiane ieri. L’autore riesce a far paura sul serio e a divertire e in fondo è questo che chiediamo a un buon romanzo horror. Riguardo Carsten Stroud sentiamo di poter pretendere davvero molto di più, ha una prosa invidiabile e un’immaginazione poderosa. Se gli altri due capitoli saranno all’altezza del primo, si parlerà di Niceville ancora per molti anni.

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