Edizioni Hypnos fa rivivere su carta una delle penne più eccelse del nostro tempo
“Meteorologo dell’inconscio”. “Creatore di ectoplasmi di carta”. Sono solo alcune delle definizioni che negli anni hanno caratterizzato l’insolita genialità di Robert Aickman. “Nipote” d’arte, perché suo nonno era Ricjard Marsh, autore del thriller soprannaturale The Beetle, Robert Aickman non nasce come scrittore, ma si dedica a quest’arte in età adulta, a 37 anni, dopo la pubblicazione del suo libro We Are for the Dark. Six Ghost Stories, nel 1951. A posteriori, ci sentiamo in dovere di ringraziarlo per questo. Sì, perché solo così uno scrittore può provare ad imprimere nelle sue opere la sua “esperienza”, la sua “maturità”, le sue “conoscenze”, senza rischiare di risultare, sulle prime, troppo acerbo, se non addirittura inopportuno.
Aickman è un cultore della “ghost story”: il suo approccio è ragionato, il suo stile meticoloso e ricercato. Secondo lui i racconti fantastici affonderebbero le proprie radici nell’inconscio dell’uomo. Così come uno psicanalista tenta di analizzare i suoi pazienti, allo stesso tempo Aickman analizza i personaggi dei suoi racconti, ma anche (perché no?) i suoi racconti stessi: ogni storia parte da una sorta di realismo estremo per poi trasformarsi, in un punto preciso e determinato della narrazione (un occhio attento ed allenato riuscirebbe perfino a rintracciarlo – ma a volte è bello anche lasciarsi inconsapevolmente trasportare), in qualcosa di altro, diverso, perturbante. Nel punto del
cambiamento, della trasformazione, crollano le certezze, le sicurezze, subentrano le angosce, le piccole paure, e al protagonista di turno (così come al lettore) non resta altra scelta se non quella di buttarsi nel fuoco e andare avanti, affrontando – e, magari, superando – i fantasmi che popolano il proprio subconscio. Perché affrontare le proprie paure significa cambiare e il cambiamento, spesso, lo scandisce un viaggio (fisico o spirituale che sia). È per questa ragione che alcuni dei personaggi di Sentieri Oscuri di Aickman sono viaggiatori (come Pendlebury, il protagonista di quel piccolo capolavoro chiamato La stanza d’attesa – a mio avviso la vera perla di questa raccolta di racconti).
C’è che in fondo ha ragione David Tibet (il frontman dei Current 93 n.d.r.), quando afferma che definire Aickman un “autore di fantasmi” è errato, oltre che riduttivo: Aickman è angoscia, rabbia dolore, psiche, paura, dramma, in un unico, grande calderone, ben shakerato e servito al lettore sotto forma di prosa assolutamente perfetta.
Raramente, nella storia della letteratura, si trovano autori con queste capacità, al punto che è quasi impossibile oggi rintracciare autori in grado di avvicinarcisi minimamente: ebbene, Aickman è uno di questi autori, era uno di questi autori, e ringrazio il mio di inconscio, per avermi spinto ad aprire il suo libro, scorrere le sue pagine… e infine buttarmi in mezzo al fuoco.
About Luna Saracino
Appassionata, maniacale, artisticamente onnivora, anche se l’horror in ogni sua forma e sostanza è entrato a far parte della sua vita fin dalla più tenera età e oggi cinema e letteratura (horror e non solo) più che una passione, forse, sono diventati una vera e propria ragione di vita.