Nel centenario della morte di Bram Stoker, esce per la prima volta in Italia “Il mistero del mare”.
Edito in patria agli inizi del Novecento, neanche la fama del suo autore lo ha evidentemente reso sufficientemente interessante, fino ad oggi, per il pubblico nostrano. “Il mistero del mare” è in effetti un romanzo atipico, soprattutto se visto nell’ottica della classificazione più comune che Stoker gode per via del Conte transilvano e di gran parte delle sue opere più famose, ovvero narrazione gotica/horror (horror in termini ottocenteschi, ma pur sempre horror).
Si tratta semmai più di una spy-story bilanciata da un’ intensa storia d’amore, a cui si aggiungono alcuni tratti di sovrannaturale e un gusto per il paesaggio sublime di gusto tipicamente romantico.
E’ un romanzo indubbiamente maturo, prova che Stoker ha provato con successo a staccarsi dal cliché del suo vampiro senza abbandonare il conflitto interiore tra le atmosfere gotiche, il gusto per il paranormale e la razionalità dell’uomo contemporaneo, che agli inizi del Novecento cominciava a farsi strada anche nella letteratura.
La cornice sovrannaturale raccoglie una storia fatta di mistero, intrighi, colpi di scena e castissimo amore coniugale come due mani attorno ad una coppa, e resta quale labile filo conduttore, quasi una promessa – invero un po’ disattesa – mentre l’avventura precipita verso il suo finale.
“Il mistero del mare” è in effetti, per molti versi, un romanzo ottimista (per non dire buonista), rispetto anche allo stesso “Dracula”: è la fiducia nel potere della modernità, del raziocinio, della “decifrazione” del mistero, di cui a tratti Stoker sembra quasi voler convincere più se stesso che i suoi lettori. I pericoli verranno sconfitti più con l’ingegno che con la cooperazione del Fato. Pur tuttavia le scene in cui il mondo dei morti e quello dei vivi si toccano mantengono intatte quel fascino che ancora ci cattura quando leggiamo certi classici horror.
Se non siete pronti a sfidare quelle che sono le vostre certezze letterarie (tipo che Stoker sia uno scrittore di vampiri), lasciate perdere questo romanzo. Se invece i cliché non vi condizionano, “Il mistero del mare” vi offrirà sufficienti elementi di svago, paesaggi mozzafiato, momenti di pura claustrofobia e quel senso dell’eroico ancora tutto ottocentesco, compassato ma vibrante e sincero. Non un capolavoro, ma indubbiamente un esperimento meritevole di una lettura.
About Simona Bonanni
Simona da piccola aveva paura dei vampiri, oggi non ne può più fare a meno, a costo di incappare in libri e film di discutibile qualità. Artisticamente onnivora, è attratta da tutto ciò che è strano, oscuro e singolare. Divora pagine in gran quantità, scrive, fotografa, crea e dà molto credito a tutto quello che le passa per la testa. Ma l’unico che l’ascolta è il suo gigantesco gatto nero.
Twitter •