Narrato attraverso la tecnica del found footage e diretto dall’esordiente Josh Trank, il film si configura presto come la scoperta del fascino che il potere ha sulle menti umane.
Il talento, forse, si eredita insieme alle catene del DNA, ma non tutti hanno ne una predominanza così forte da renderla una caratteristica evidente del proprio patrimonio genetico. John Landis, il primo accanito fautore degli effetti speciali, colui che mostrò “in diretta” la trasformazione di un uomo in un licantropo (mi riferisco, ovviamente, alla celeberrima sequenza di Un lupo mannaro americano a Londra), ha sicuramente trasmesso al proprio figlio, Max Landis, la passione per il cinema e per gli accostamenti azzardati di generi diversi.
E, infatti, Max ha esordito sul grande schermo con la sceneggiatura di Chronicle, un mockumentary a sfondo adolescenziale, che abbina le atmosfere da thriller puro (che tanto ricordano quelle del telefilm Misfits) a situazioni fantascientifiche e a temi e modelli molto attuali.
Andrew è il classico liceale sfigato, quello che le ragazze non degnano nemmeno di uno sguardo e che i bulletti della scuola si divertono a riempire di botte. Inoltre, sua madre è gravemente malata di cancro e suo padre è un alcolizzato violento che sfoga la sua frustrazione sul figlio. Deluso dalla propria vita, il ragazzo decide di comprare una telecamera per riprendere tutto ciò che gli accade: una sorta di cronaca della sua vita guardata attraverso uno schermo con cui filtrare una realtà alla quale non si sente capace di adeguarsi. Insieme al cugino Matt e al compagno Steven, Andrew entra in contatto con un’entità apparentemente aliena che gli farà acquisire i superpoteri della telecinesi. Appena imparano a gestire le nuove abilità, però, le loro giovani vite iniziano a sfuggire al loro controllo e i tre liceali finiranno in un mare di guai…
Sono molti gli alieni, i mostri e i supereroi che affollano i nostri schermi per motivi diversi: alcuni desiderano unirsi alla popolazione umana (L’ultimo terrestre), altri vogliono distruggere il nostro mondo (6 giorni sulla Terra, Monsters) e altri, semplicemente, difendere la Terra da se stessa o dagli attacchi altrui (Ghost Rider, The Avengers, Superman). Forte del fascino, dunque, che i superpoteri hanno sul pubblico, Landis Jr. ha colorato la vicenda di Chronicle con tutti i cliché cui lo spettatore può ambire. Narrato attraverso la tecnica del found footage e diretto dall’esordiente Josh Trank, il film si configura presto come la scoperta del fascino che il potere (super o meno che sia), ha sulle menti umane. Sorta di supereroi nietzschechiani, infatti, i tre protagonisti della pellicola si sentono superiori a qualsiasi altro essere vivente, motivo per cui iniziano a progettare di dominare il mondo. Inizialmente, infatti, decidono che i loro poteri non dovranno mai essere usati in pubblico, né quando sono arrabbiati e soprattutto mai contro gli altri esseri viventi. La situazione, però, gli sfugge di mano e le manie di grandezza che ne derivano, risvegliano il loro lato oscuro, portandoli a scontrarsi prima con le loro coscienze e poi con l’idea di “giustizia” che ha coniato il loro mondo. “Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità”, dunque, ma se il supereroe diventa un superpredatore, allora, nel mondo torna a regnare nuovamente la darwiniana legge del più forte. Sempre ammesso che sia mai scomparsa, ovviamente!
About Martina Calcabrini
Ha ereditato l'amore per il cinema horror quando era ancora in fasce. La passione per le creature mostruose, per l'ignoto e per l'oscuro le scorre nelle vene e le permette di affrontare qualsiasi Mostro della notte...
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