L’ISTINTO DEL SANGUE – Jean-Christophe Grangé

L’uomo è maligno dalla sua nascita. Il male è  in lui insito. Scopriamo insieme a Grangè l’origine di questa affermazione, e l’origine del Male.

Jeanne Korowa, giovane giudice istruttore di Nanterre coi soliti problemi di single che si sente troppo sola, troppo magra, troppo depressa, si trova ad affrontare una serie di orribili omicidi perpetuati da un cannibale sembra a scopi rituali. In una Parigi lercia e infida giovani donne vengono ritrovate cadavere e Jeanne ci si invischia fino a scivolarne dentro.

Gli omicidi, spalmati in diversi anni, sono molti, la sorella di Jeanne stessa fu trovata cadavere, uccisa allo stesso modo delle altre donne. E’ per questo che Jeanne sente questa inchiesta come fosse sua di diritto. Uno psicologo sembra collegato all’assassino, pericolosamente vicino, un collega della stessa donna viene ucciso perché sapeva troppo. Una scossa per Jeanne che si risveglia dal suo torpore fatto di Lexotan e delusione e si mette alla ricerca dell’omicida. Avvia un’indagine personale, illegale, si lascerà trascinare dai sentimenti personali, dalla voglia di sapere. La donna si trova intricata in un’indagine che cercherà di risolvere a colpi di fortuna, rischiando molto, percorrendo un mondo a lei sconosciuto, ma che fa entrare nella sua vita come un’affamata. Un mondo, doloroso, violento e ossessionante.

Curioso il modo in cui tutto ha inizio. L’ennesimo amante illude Jeanne che avendone l’occasione ascolta le sedute dell’uomo presso il suo analista. E’ così che la donna scopre dell’esistenza di un uomo malato pericoloso, potenzialmente collegato alle vittime ritrovate a Parigi.  Jeanne quasi dimentica la sua vita, e apre la caccia a quest’uomo. Probabilmente malato, probabilmente autistico. I due si sfiorano, si inseguono. Proprio spinta dalla voglia di conoscere, intraprende un viaggio in giro per il mondo, nei meandri più oscuri delle antiche civiltà, verrà condotta in Nicaragua, Guatemala, nelle paludi argentine e infine a Campo Alegre, nell’oscura e pericolosa Foresta delle Anime. Un viaggio senza tempo che la porterà in luoghi tristi e macabri. Da cui difficilmente ne uscirà illesa.

Titolo originale La Forêt des Mânes, è un libro che si fa leggere, trascinante anche se capita che  il lettore possa perdersi tra luoghi, suoni e personaggi. Da Grangè ci si aspetta molto e nella fattispecie qui non ha deluso la maggioranza dei suoi lettori. Ricco di tematiche affascinanti, il lettore intraprende lo stesso viaggio di Jeanne. Un viaggio anche metafisico che ci porta a riflettere sul male che secondo Freud è congenito in ognuno di noi. E il libro infatti profuma molto di Freud. A parte l’entusiasmo scaturito dai temi quali l’autismo, il Male, i rituali, e il modus operandi del nostro omicida l’ Istinto del Sangue è un libro inquietante, non tanto per la storia in sé per sé quanto per l’infinite possibilità che l’autore ha avuto a disposizione se solo avesse voluto sfruttare meglio le idee qui proposte. Grangè ha messo tutto il suo repertorio in questo libro che sebbene si faccia leggere, lascia anche l’impressione di essere un pò forzato. Non si può evitare di notare incongruenze ed episodi poco realistici in un romanzo che vorrebbe esserlo. I temi e le ambientazioni, avrebbero avuto, a mio parere, miglior destino se approfondite separatamente

Un’altra pecca che abbassa un pò il livello del libro è la scarsa caratterizzazione dei personaggi. Jeanne è un personaggio un pò antipatico, un’eroina un pò insolente che si prende il diritto di fare tutto ciò che le pare senza considerare nessuno all’infuori dei proprio scopi; e a  parte la protagonista gli altri personaggi sono poco incisivi e un finale un pò superficiale potrebbe essere segnale di saturazione quasi come se fosse giunto il tempo di porvi necessariamente fine.

 

 

 

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