On Writing è un libro che ogni lettore di Stephen King dovrebbe tenere sul proprio comodino.
Non c’è un aggettivo preciso per definire On writing, libro scritto da Stephen King nel 2000: non è un romanzo perché non ci sono personaggi né tanto meno alcun intreccio narrativo e non si può definire neppure un saggio, visto che non ha intenti didattici ed è scritto con uno stile semplice e diretto. E allora cosa è? On writing, come dice lo stesso sottotitolo che lo ha accompagnato nell’edizione italiana, è l’autobiografia di un mestiere: il mestiere dello scrittore.
In esso, King attraversa un percorso lungo una vita, raccontando le sue esperienze, il suo stile di scrittura e il modo in cui ha imparato. È un percorso che ci proietta all’interno del mondo kinghiano, dove veniamo a conoscenza di segreti e verità che ci permettono di avvicinarsi a questo autore sotto una prospettiva diversa. Il libro è poi diviso in tre parti: la prima, biografica nel senso stretto della parola, è dedicata al racconto della vita di King, alla sua infanzia, alla sua adolescenza e alle prime esperienze nel campo letterario. La seconda – che è quella che più si avvicina alla forma del saggio – è dedicata ai consigli e alle tecniche di scrittura, in un percorso che non si limita solo all’universo narrativo dello scrittore americano, ma si allarga alla narrativa in genere, coinvolgendo anche molti altri autori più o meno conosciuti al grande pubblico. Infine, abbiamo la terza parte, in cui King ci fornisce qualche esempio di scrittura creativa e dove lancia la sua sfida a tutti gli aspiranti scrittori, e ci racconta l’evento che a cavallo del nuovo secolo ha tenuto col fiato sospeso tutti i suoi fans: il grave incidente che gli stava costando la vita e che ha sicuramente rivestito un ruolo primario nella composizione e conclusione di questo libro. Questa è certamente la parte più forte del libro: King racconta con incredibile perizia e precisione un evento che gli ha cambiato la vita, trasformandolo quasi in un romanzo nel romanzo.
On writing è un libro che un fan di King dovrebbe assolutamente avere nel suo scaffale, soprattutto perché sintetizza i quasi quarant’anni di lavoro che lo scrittore americano ha alle spalle, da quell’ormai lontano 1974 – anno in cui pubblicò Carrie – fino al suo ritorno alla scrittura dopo mesi di riabilitazione e incredibile fatica. Per quanto riguarda invece i lettori che fossero intenzionati a comprare questo libro per imparare a scrivere, possono farne a meno, visto che i riferimenti e gli insegnamenti di King si riferiscono prettamente alla letteratura americana o comunque di lingua inglese. Ci sono però preziosi consigli che potrebbero giovare a tutti coloro che sognano di diventare scrittori… il primo fra tutti scrivere sempre e comunque la verità.
About Marcello Gagliani Caputo
Giornalista pubblicista, scrive racconti (Finestra Segreta Vita Segreta), saggi sul cinema di genere, articoli per blog e siti di critica e informazione letterario cinematografica, e trova pure il tempo per scrivere romanzi (Il Sentiero di Rose).