7 anni dopo il capolavoro del 1979 diretto da Ridley Scott, torna al cinema l’alieno dal sangue acido. Alla regia questa volta c’è James Cameron e con lui i mostri si moltiplicano, insieme agli effetti speciali.
Dopo aver vagato nello spazio per 57 anni in stato criogeno, l’ufficiale Ellen Ripley (Sigourney Weaver) viene recuperata e tratta in salvo sulla terra, dove dovrà rendere conto ai suoi superiori dell’ingente danno economico causato dalla distruzione dell’astronave Nostromo (che Ripley aveva fatto esplodere nel precedente film per annientare il mostro). Il racconto dei drammatici eventi che sono costati la vita a tutto l’equipaggio della Nostromo viene accolto con scetticismo dalla compagnia fino a quando viene registrata l’interruzione delle comunicazioni con l’insediamento umano sul pianeta LB 426; a quel punto Ripley accetterà di essere inviata in ricognizione sul pianeta con un gruppo di marines.
7 anni dopo il capolavoro del 1979 diretto da Ridley Scott, torna al cinema l’alieno dal sangue acido. Alla regia questa volta c’è James Cameron (che appena due anni prima aveva sfornato Terminator) e con lui i mostri si moltiplicano insieme agli effetti speciali.La presenza audio si manifesta invadente e caricata, a vantaggio di una tendenza essenzialmente votata all’azione e alla suspense, che fa da contraltare alle atmosfere del primo capitolo, che, cariche si simbologie freudiane, erano costruite sul senso di angoscia e di tensione. La creatura (anzi le creature, questa volta) si riconferma catalizzatrice di attenzione in maniera unica, essendo in grado di inquietare e affascinare al tempo stesso come pochi altri mostri cinematografici sono stati in grado di fare. Il merito è tutto dell’artista svizzero H.R. Giger, che in Aliens riconferma la sua collaborazione al progetto e consente il ritorno sul grande schermo del suo capolavoro più famoso: una creatura dalla netta simbologia fallica che si inserisce nell’ambito dell’interesse per la psicanalisi del suo autore e coniuga la potenza animale selvaggia ad un certo antropomorfismo distorto che la rende ripugnante. In Aliens troviamo un elemento extraterrestre nuovo: la regina. Enorme e perfetta nel suo essere una creatura tremenda, sarà coprotagonista della scena forse più notevole dell’intera pellicola: la lotta corpo a corpo con Rlipley, che sfoggia un’ indimenticabile giga-armatura super-tecnologica per affrontare alla pari la minaccia aliena.
Certamente la tendenza action penalizza un po’ il lato simbologico che aveva contribuito a rendere così unico il primo film della saga; ma ci sono lati molto positivi in questo cambiamento di direzione: vengono introdotti infatti nuovi e accattivanti personaggi fra i marines. Degnissima di nota è la cazzuta soldatessa Vasquez, che si distingue immediatamente a partire dal suo ingresso in scena rispondendo un secco e arrogante “No e tu?” alla provocazione del suo collega che le chiede se è mai stata scambiata per un uomo (scatenando applausi e rendendosi subito oggetto privilegiato dell’empatia del buon spettatore). Dolce e valida l’interpretazione anche della piccola biondina Newt, unica superstite di tutta la colonia del suo pianeta (a riconferma che le cose in alien sono sempre fatte bene e con attenzione maniacale a tutti i particolari). Pur non riuscendo a eguagliare il primo Alien (e come si potrebbe, del resto) Aliens rimane un pezzo imperdibile di un baluardo della fantascienza (e del cinema in generale). Da segnalare che la versione home video si presenta più lunga di una ventina di minuti circa, con scene che non comparivano nella versione cinematografica, e che, se proprio non concorrono a cambiare il senso della pellicola, almeno illustrano meglio gli eventi.
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