Durante il carnevale di Venezia un giovane americano viene adescato da una avvenente ragazza vestita da dama del settecento.
I due si appartano in un vicolo deserto della città. Qui un complice della donna, anche lui in abiti del settecento, uccide il giovane e ne fa sparire il corpo. È questo la scena iniziale che apre il numero143 di Dampyr. Il soggetto è di Samuel Marolla, una delle maggiori promesse dell’horror italiano (Malarazza) e la sceneggiature è di Mauro Boselli. Uno degli aspetti classici di Dampyr e il partire da un evento storico (della realtà o della fantasia poco conta) e cucirci intorno una storia. Questo episodio rientra a pieno in questo schema.
Partendo dalla cronaca di una notte d’amore che Casanova trascorse con una bambola di porcellana gli autori ne cuciono intorno una storia d’amore e dannazione, in cui la bambola sembra essere tornata nella Venezia di oggi per uccidere e mantenere giovane la sua padrona. Una versione di porcellana del quadro di Dorian Gray (uno spunto che viene citato dagli stessi autori per bocca di uno dei personaggi).
E si resta affascinati delle prime 30 pagine in cui assistiamo all’incontro tra Casanova e la Baronessa Barbara Navager, la proprietaria della bambola. Una perfetta ricostruzione di un’epoca in cui Boselli sa costruire il fascino di una leggenda com’è il grande seduttore.
Questo è sicuramente il momento migliore dell’albo che viene splendidamente sostenuto dai disegni di Alessio Fortunato, uno dei maggiori talenti approdati ultimamente alla Bonelli, il cui tratto riesce a tratteggiare una Venezia notturna che sembra eternamente sospesa tra il sogno e la realtà.
Purtroppo il buono spunto iniziale non sostiene il resto della storia che si risolve in un’indagine da parte dei cacciatori di vampiri che si svolge senza particolari guizzi narrativi e che arriva al finale in maniera frettolosa. A conti fatti un buon numero di Dampyr, non di quelli più riusciti della serie, ma che dimostra il buono stato di salute della serie.
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