Torna l’ostello in cui nessuno di noi vorrebbe essere ospitato… e il sangue scorrerà a fiumi.
La storia la conoscete: esiste, in Europa, un circolo di ricchi depravati e viziosi che riesce a provare forti emozioni esclusivamente torturando a morte giovani vittime.
L’orrore derivante dallo spargimento di sangue innocente è l’unica vera emozione che tali persone riescono a provare, e per soddisfarla hanno creato una complessa macchina della morte, dislocandone la sede presso vari ostelli sparsi in giro per il vecchio continente.Ogni macabra fantasia è permessa, in questo inferno sulla terra. E non c’è speranza per chi vi entra… Lo scopriranno a loro spese tre giovani studentesse, in viaggio estivo di studio nella capitale del Bel Paese, Roma.
Sono Beth (Lauren German, che ha avuto una piccola parte nel remake del 2003 di “The Texas Chainsaw Massacre”), una ricca ragazza che trascorre la sua vita annoiandosi, la sua amica Whitney (Bijou Phillips, già vista in “Venom”, un piccolo horror slasher del 2005 per la regia di Jim Gillespie) e la loro “disturbata” compagna Lorna (Heather Matarazzo, che ha recitato anche nello splendido “L’avvocato del diavolo” di Taylor Hackford e in “Scream3”).
Convinte con l’inganno a effettuare “un viaggio di piacere” in quello che viene presentato loro come un luogo deputato al relax della mente e del corpo, si trovano catapultate loro malgrado nel mondo malato già visto nel primo episodio, in cui la mutilazione è solo il primo passo verso l’abominio.
La fantasia di Roth e di Tarantino (a cui si deve l’idea di dare il ruolo di protagoniste del film alle tre ragazze) ha avuto modo di sbizzarrirsi: in concorrenza con “Saw”, anche qui le efferatezze hanno richiesto una notevole dose d’inventiva e, a volte, di sprezzo del ridicolo.
E’ proprio questo, se vogliamo, il limite di questo film: privilegiare la descrizione del modo in cui si muore a dispetto del perché.
Nonostante si veda lo sforzo degli sceneggiatori di costruire un background credibile alle gesta degli assassini a pagamento, esplicitando le modalità in cui vengono “reclutate” le vittime e il complesso sistema di copertura del club della morte, l’approfondimento dei singoli caratteri viene tralasciato a favore di una rutilante messa in scena di morte, fantasiosa fin che si vuole ma alla fine ripetitiva e irritante.
Nato senza soluzione di continuità con la pellicola precedente (nelle intenzioni del regista si dovrebbero potere vedere le due parti come un unico lungometraggio), il film ripropone anche Jay Hernandez nei panni di Paxton, il sopravvissuto di “Hostel”, che vaga per l’Europa con la mente dilaniata dai demoni evocati dalle vicende di cui è stato protagonista, e che incontrerà le ragazze, guidandole nei meandri folli degli ostelli della violenza, oltre che i nostrani Edwige Fenech, nel ruolo della “Professoressa” (sento un sospiro dei più vecchi… comunque in questo film non si fa la doccia, garantito…), del grande Ruggero Deodato (che intepreta il “signor Fulci”…) e Luc Merenda, nei panni del “Detective”, ritornato sulle scene grazie proprio a Roth, suo fan, dopo essere stato un’icona dei polizieschi in salsa italiana anni ‘70, con titoli come “Milano trema: la polizia vuole giustizia”, “La città sconvolta: caccia spietata ai rapinatori”, “Napoli si ribella” e “La banda del trucido”.
Un film che non deluderà gli appassionati, ma che non ha le carte in regola per definirsi un capolavoro.
About Giuliano Fiocco
Ha visto nascere Horror.it, e l’ha accudito per lungo tempo assieme ad Andrea. Adesso la vita gli lascia poco tempo per le passioni, ma in un angolo oscuro del cuore rimane in agguato la voglia di scrivere. Ha scritto un romanzo, da cui è stato tratto un film, in fase di produzione.
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set 22, 2013Posted By
Liviobellissimo….