Pizzica nei punti giusti le nostre ansie ed angosce domestiche, in un’ottantina di minuti di massima tensione.
Come può un film dell’orrore terrorizzare la platea? Il raffinato cineasta dirà che tutto sta nell’architettare una ragnatela di suspence, nel giocare con i nervi dell’audience e colpirla quando meno se lo aspetta. Vero.
E’ altrettanto vero, però, che quando si tratta un soggetto di perenne ed infausta attualità (e lo si fa bene, nonostante la tematica non sia esattamente innovativa), l’effetto non può che essere quello di rendere scomodo il divano e costringere a tirare occhiate circospette verso porte e finestre, di tanto in tanto. Secuestrados, diretto e co-scritto dallo spagnolo Miguel Angel Vivas, non sarà un’opera di Hitchcock, nè espone per primo i rischi di risiedere in ville lussuose ed isolate, ma è un film ben fatto e rilasciato in tempi diove la minaccia reale potrebbe toccare chiunque. Basato su molte storie vere, racconta la notte di terrore vissuta da una famiglia madrilena presa d’assalto fra le mura domestiche da tre rapinatori dell’Europa dell’est. Mentre papà Jaime (Fernando Cayo, The Orphanage) viene trascinato in un “bancomat-tour” da uno di loro, madre e figlia subiscono un’escalation di violenze.
La reazione delle donne, parallela a quella del capofamiglia, è però veemente e memorabile e complicherà terribilmente la missione degli intrusi. Nella casa si scatena l’inferno e una delle due fazioni non ne uscirà viva. Vivas sa di percorrere strade stra-battute anche di recente (iu-huuu Funny Games? The Strangers?) ma sembra avere le pelotas quadrate: si impunta su qualche preziosismo tecnico, come il generoso utilizzo di camera a mano o lo schermo scisso a metà che segue contemporaneamente ciò che accade dentro e fuori la villa, ma non dimentica che un buon film deve avere grande sostanza, compatta il film in un’ottantina di minuti molto tesi, riducendo a zero i cali di tensione. Il prodotto che ne esce è semplice, realistico e pauroso anche in virtù (o per colpa) del fatto che le vicende riportano alla mente molte pagine dei giornali, e non solo molto cinema.
Io mi segno sull’agendina il nome di Vivas, d’ora in poi osservato speciale, mentre il suo Secuestrados rafforza l’impressione che la Spagna sia sempre più la nuova patria dell’horror europeo: non sarà un’opera immortale (manca forse del guizzo originale) ma pizzica nei punti giusti le nostre ansie e angosce domestiche, anche grazie a un buon cast – in particolar modo la triade familiare – che in una produzioncina italiana ce lo sogneremmo… Il finale è duro e beffardo, privo di illusioni e sotto sotto con un retrogusto di truce ineluttabilità, proprio come un ruvido articolo di cronaca nera. Non è Cane Di Paglia, ma vale una serata (e due riconoscimenti: miglior film e regia al Fantastic Film Fest 2010).
httpvh://www.youtube.com/watch?v=kO8wyasf3J4
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set 21, 2011Posted By
Valentina ColliUn buon film, non particolarmente memorabile ma godibile.