Enigmi e omicidi in pieno Medioevo: la ricetta del thriller storico secondo l’esordiente Marcello Simoni. La storia di un libro che semina la morte fra coloro che lo cercano.
Anno Domini 1205, mercoledì delle Ceneri, verso sera. Gelo e vento che mordono le carni e le pietre degli edifici. L’abbazia di San Michele della Chiusa è il muto e solenne teatro dell’inquietudine di un uomo. Fugge, il monaco Vivien de Narbonne. Fugge lontano dall’abbazia cercando di proteggere qualcosa dall’inestimabile valore.
E’ inseguito da un cavaliere col volto celato da una maschera rossa, emissario del più pericoloso e potente tribunale segreto che la cristianità abbia mai conosciuto: la Saint-Vehme. Il cavaliere cerca un libro. Un libro potente. Un libro che forse non dovrebbe esistere, per il bene e gli equilibri degli uomini.
Tredici anni dopo un mercante di reliquie, Ignazio da Toledo, si mette sulle tracce del monaco assieme al suo compagno d’avventure e guardia del corpo Willalme de Béziers, cercando di recuperare quel libro, diviso nel frattempo in quattro parti, ciascuna protetta da enigmi e codici segreti. Quel libro è l’Uter Ventorum, un antico manoscritto in grado di asservire le potenze angeliche a colui che le evoca. In troppi cercano il libro; troppi quanti sono quelli che aspirano al potere, in un periodo dilaniato da guerre e complotti, come il Medioevo ha saputo essere. In mano a chi finirà il potere degli angeli?
Il mercante di libri maledetti è un thriller storico molto avvincente, dalle tinte cupe, che si lascerà sfogliare e delizierà parecchio il lettore. La storia, da principio fumosa ma che pian piano si fa chiara, non manca di colpi di scena che rendono vivo l’interesse fino alla fine, dipanandosi fra duelli, enigmi, inseguimenti, omicidi a sangue freddo, brutali torture e tradimenti.
Ciò che colpisce è l’umanità dei personaggi… e a tratti anche la loro ingenuità. Non hanno caratteri ferrei, immutabili, da libro stampato. Sono più vicini alla realtà, ciascuno con le proprie debolezze terrene e i propri ripensamenti.
Ad esempio Ignazio da Toledo, uomo dotato di grande acume e carisma, non si può minimamente paragonare a un Guglielmo da Baskerville (tanto per restare nel genere), poiché mentre il secondo è un freddo, aristotelico calcolatore, mosso da una fede incondizionata nella logica quale dono di Dio, il primo è molto più emotivo e a volte irruento. Tuttavia è capace di altrettanto sottili deduzioni che, ahimè, a volte appaiono forzate, quasi fossero dei meri stratagemmi letterari che non accompagnano per mano il lettore ma lo strattonano nella storia. Eppure nessuno dei personaggi del libro manca di spessore. Ognuno è caratterizzato con gran cura.
Un’unica nota dolente va riservata per il finale che appare un po’ troppo scontato nell’assumere le tinte dell’happy ending all’americana. Ma questo non pregiudica nulla, perché Il mercante di libri maledetti è comunque un’ottima lettura per tutti gli amanti del thriller storico.
Booktrailer:
httpv://www.youtube.com/watch?v=euC4g5Zl9i0
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