Lo slasher da due lire di Hoffman Jr è irrimediabilmente scarso, imbarazzante e volgare. Ma quante risate!
1985: nella Zeta Sorority House imperversa la tipica baldoria universitaria. La movida e le finestre aperte creano terreno fertile per una spiacevole incursione del perverso Howard Prescott, che indossa e ruba biancheria femminile prima di darsi alla fuga. Poco tempo dopo, nei pressi del dormitorio, viene trovato un corpo privo di vita ed orrendamente mutilato, al punto da essere irriconoscibile nei connotati e nel genere. I goffi poliziotti locali lo identificano frettolosamente con il giovane Howard e chiudono il caso.
2005: la Zeta House è diventato un campus estivo femminile occupato da stupide universitarie tettone desiderose di ancor più stupidi ragazzotti locali (presto invitati in loco) e tenute a bada dalla loro rigida insegnante, la signorina Angleman.
Quando quest’ultima tornerà a casa per un’emergenza, le ragazze faranno di tutto per confermare l’equazione cinematografica bionda=tonta e per meritarsi il sanguinoso blitz di un nuovo e feroce intruso in maschera alienoide.
Per commentare adeguatamente Sigma Die!, slasher del 2007 firmato Michael Hoffman Jr, occorre fare un grosso distinguo e dare voce prima al compassato lato critico, poi al goliardico bisogno trash che dimora in ognuno di noi.
Chi dell’horror ama il brivido lungo la schiena e le trovate d’autore, premerà “stop” esattamente al sesto minuto, quando va in scena la terza insistita scena di nudo; e farà bene, perchè non ci troverà nulla di utile. ma solo un enorme iceberg di clichés che fa affondare ogni speranza di sfuggire al frivolo onanismo cinematografico.
La vita delle congregazioni di Animal House in confronto pare roba di Truffaut, mentre il sesso invade prepotentemente scene e dialoghi preparando la pretestuosa appendice horror.
Tolto il vestito del critico e indossato quello del rozzo appassionato, invece, Sigma Die! si trasforma magicamente in una cialtronata appagante come la mangiata da McDonald’s una tantum: fa schifo, lo sai, ma ne esci sazio e divertito.
Perchè Sigma Die! è il perfetto esempio di film involontariamente comico e consciamente incapace, zeppo di momenti che non credevamo esistessero davvero su pellicola (lotta coi cuscini fra ragazze, doppi sensi sui cetrioli, ecc…) e di recitazioni che tutte assieme non ne fanno una decente; la stupidità dei protagonisti è così sfacciata che non urta. L’unico oggettivo problema (che mette d’accordo i due diversi approcci) è la stitichezza horror, ingrediente di fatto confinato in un angolino del film. Nell’atmosfera echi di Venerdì 13, il finale puzza di Sleepaway Camp. Lo slasher da due lire di Hoffman Jr è irrimediabilmente scarso, imbarazzante e volgare. Ma quante risate!
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