Cinque amici, una videocamera e un luogo infestato (ancora una volta)…
Siete alla ricerca di un compendio che riassuma tutti i mockumentary horror degli ultimi anni? Allora ESP – Fenomeni Paranormali è il film che fa per voi. Siete alla ricerca di adrenalina, alta tensione, risvolti imprevedibili e una buona dose di paranormale? Allora lasciate perdere ESP e noleggiate, piuttosto, Poltergeist.
Ambientato in un manicomio di Collingwood, il film d’esordio dei Vicious brothers (pare che il mock sia, ormai, il modo più facile e veloce di raggiungere una sala cinematografica con un opera prima N.d.R.) racconta la storia (trita e ritrita, vista e rivista) di un gruppo di ragazzi in cerca di avventure ed emozioni forti che decidono di visitare, accompagnati da un esperto sensitivo (?), un vecchio ospedale psichiatrico, alla ricerca di testimonianze tangibili che accertino la presenza di fantasmi o entità di qualsivoglia genere.
Impugnata una telecamera, impostato il visore notturno e attivati i microfoni più sensibili, il gruppo si addentra – di notte – nei meandri dell’oscuro ospedale: quello che scopriranno sarà a dir poco sconcertante (per loro, certo… Ma non per noi).
È la Fiera delle Occasioni Perdute, questo ESP. Un film che, sulla carta, sarebbe potuto essere molto più spaventoso, molto più inquietante, molto più misterico di come è stato realizzato dai fratelli Vicious: più che un’opera prima originale, infatti, ESP appare più come una pellicola satirico-parodistica (ahimè inconsapevole) ispirata a tutti i mockumentary che hanno letteralmente invaso le sale dai tempi di The Blair Witch Project, passando per Rec, fino ad arrivare a Paranormal Activity (per citare solo i più “meritevoli”).
E dire che sarebbe bastato davvero poco, per rendere la pellicola un po’ più originale: utilizzare un espediente differente, ambientare le azioni dei personaggi in un luogo diverso, perfino utilizzare un team di esperti come protagonisti, piuttosto che un branco di buontemponi alla ricerca di uno scoop. Invece, ESP è un film acerbo, fragile, quasi improvvisato, che fa acqua da tutte le parti e non riesce a spaventare neppure sul finale… perché anche in quel caso sembrerà di vivere un deja-vù.
Appassionata, maniacale, artisticamente onnivora, anche se l’horror in ogni sua forma e sostanza è entrato a far parte della sua vita fin dalla più tenera età e oggi cinema e letteratura (horror e non solo) più che una passione, forse, sono diventati una vera e propria ragione di vita.
RSS
Twitter
Facebook
