In libreria dal primo giugno La Festa di Orfeo, romanzo d’esordio dello scrittore spagnolo Javier Márquez Sánchez.
In dirittura di arrivo l’ultima affascinante proposta della Gargoyle Books, un giallo incalzante e insieme un omaggio all’horror britannico, con riferimenti che spaziano dal cinema alla letteratura. La prefazione al volume porta le firme di Franco Pezzini e Angelica Tintori, già autori per l’editore romano dei saggi The Dark Screen e Peter & Chris – I Dioscuri della notte.
Siamo nel 1956. L’Inghilterra è sconvolta dalla strage di Longtown, sulla frontiera scozzese. La chiesa del villaggio è divenuta teatro di un massacro senza precedenti. Radunati dal parroco locale per assistere alla proiezione di un film, centinaia di bambini sono stati seviziati e uccisi, i corpi carbonizzati e accatastati in una raccapricciante piramide umana. Mentre Governo ed Esercito dispiegano le forze per offrire protezione agli abitanti della contea, l’ispettore Andrew Carmichael e il suo assistente Harry Logan vengono chiamati a occuparsi del caso.
Nel frattempo la casa cinematografica Hammer, impegnata nel rilancio del genere horror, sta progettando la versione a colori di Frankenstein, affidando la regia a Terence Fisher e il ruolo di protagonista a Peter Cushing. Per entrare nella parte del geniale scienziato, l’attore comincia a seguire un singolare apprendistato, al fine di conoscere la paura nei suoi aspetti più remoti e complessi. Solo studiando la natura composita del terrore sarà in grado di raccontarla e trasmetterla agli spettatori. Dopo essere entrato in contatto con lo storico Arthur Aberline e il demonologo Sherrinford Meinster, Cushing si troverà coinvolto nella difficile inchiesta sulla strage di Longtown.
«Molto bene». Carmichael si alzò e prese a camminare avanti e indietro nello studio. «Lasciamo stare il passato e concentriamoci sul presente. Dimentichiamoci anche dei poteri supposti di quella pellicola e degli effetti che potrebbe avere. Arthur, dimmi, che attrattiva potrebbe esercitare su degli squilibrati con credenze sataniche?»
«Che attrattiva potrebbe esercitare su un cattolico fondamentalista il calice dell’Ultima Cena? Anzi, ancor di più: cosa sarebbe disposto a fare il Vaticano per un documento scritto da Gesù di Nazareth in persona?»
«Santo Cielo!»
«Fai bene a rivolgerti in alto, ne avrai bisogno. Tieni conto che stiamo parlando dell’opera maestra di Satana, della sintesi della sua conoscenza, della chiave d’entrata al suo regno. Aggiungi pure che – dato che nel sottrarre la pellicola a Boulanger, Whittington la rubava in un qualche modo a Satana in persona – chi dovesse recuperarla ascenderà automaticamente al ruolo di principe tra gli eletti».
C’è però un terzo “tavolo” su cui Javier Márquez Sánchez conduce il suo gioco allegro: ed è quello, se così si può dire, di una peculiare ibericità. Qualcosa che non riguarda soltanto il rapporto con il cinema – anche se il richiamo alla grande tradizione horror spagnola s’impone […]. Con un fantastico fortemente condizionato dall’eredità cattolica, da una storia pregressa […] e da una vocazione persino più popolare, “ingenua” e aperta all’exploitation rispetto alle parallele esperienze anglosassoni, francofone o italiche. E per contro capace di elaborare la forte attrazione verso i modelli stranieri quale stimolo a rileggerli creativamente, con risultati di grande originalità.
L’AUTORE
Scrittore, giornalista e grande esperto di musica rock, Javier Márquez Sánchez è nato a Siviglia nel 1978. Vicedirettore della rivista Cambio 16, ha pubblicato saggi dedicati a Bruce Springsteen, Neil Young, Simon & Garfunkel, Elvis Priesley. La festa di Orfeo è il suo primo romanzo.
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