Sono due gli Zack Snyder che l’attesissimo pellicola ci ha promesso e puntualmente lasciato in eredità.
Anni ’50: rinchiusa in un istituto di igiene mentale dal patrigno in seguito alla morte della madre e della sorella, la bella e innocente Babydoll viene condannata alla lobotomia.
Per fuggire al dolore la ragazza si rifugia nei recessi della propria mente, in un gioco di scatole cinesi dove è alternativamente un’eccezionale ballerina in un bordello e una spietata guerriera amazzone: sarà quel mondo a offrirle un’ultima possibilità di salvezza, a patto che riesca a recuperare i cinque oggetti in grado di offrirle una via di fuga e la libertà.
Se volessimo vedere in Sucker Punch – come suggerito da alcuni – un necessario e inevitabile punto di svolta nella filmografia del regista, sono due gli Zack Snyder che l’attesissima pellicola ci ha promesso e puntualmente lasciato in eredità: il primo è quello che tutti già conoscevamo, l’ipercinetico vate del rallenty e stop & go in salsa digitale, il reuccio della post-produzione prestata al momento filmico, capace nelle occasioni più felici – che nella sua pur non lunghissima carriera non mancano, anzi – di condensare in pochi, dilatatissimi istanti il patrimonio emotivo, dinamico e narrativo di un’intera scena. Il secondo è l’inedito Snyder-autore, definitivamente convinto dal successo del piacevole Il Regno di Ga’Hoole a scrivere e dare finalmente alla luce quel progetto così tanto rimandato negli anni: Sucker Punch era nella testa del regista ancora prima che si concretizzasse la possibilità di portare sul grande schermo Watchmen. Prestare a un film che fa dell’azione e dello stupore prettamente visivo le dinamiche a scatole cinesi che hanno fatto grandissimo l’ultimo Nolan era un’idea quantomeno interessante: bando agli intellettualismi, si trattava di dare un’intrigante e pur superficiale supporto narrativo a una vicenda che avrebbe giocato su un campo decisamente più diretto e in your face.
Ma di quel'”Alice nel Paese delle Meraviglie con le mitragliatrici” tanto ventilato in fase promozionale sembrano rimaste solo un branco di simil-Alice guerriere pessimamente interpretate – si impara assai presto a odiare l’espressione costantemente corrucciata dell’impresentabile Emily Browning (The Uninvited) – le armi da fuoco e un tot di Meraviglie digitali messi meccanicamente l’una di fianco all’altra, del tutto prive di quella pur minima sintassi narrativa in grado di legare gli elementi forti in mano a Snyder. Quella di Sucker Punch è una sceneggiatura che puzza di pretestuosità lontano un miglio, presuntuosetta costruzione a più livelli che di quell’impianto narrativo mutua la forma ma non un minimo di sostanza, tanto che, più che svilupparsi, il susseguirsi degli eventi sembra capitare, avviluppato intorno alla caccia da parte di Babydoll e socie a cinque salvifici oggetti che vorrebbero forse rimandare a un qualche immaginario archetipico ma che a conti fatti si rivelano essere nient’altro che le mura portanti cave di uno script a tratti semplicemente imbarazzante. Quel poco che resta è svilente soggetto da videoclip, così incorniciato com’è a ogni piè sospinto da una colonna sonora prepotente e intrusiva che sovraccarica di pathos preconfezionato praticamente ogni scena. Qualcuno diceva che troppo pathos significa niente pathos, e della lenta, inarrestabile costruzione a orologeria delle dinamiche che permettevano a 300 – ma anche allo stesso Watchmen, seppur secondo modi assolutamente differenti – di esplodere in momenti di cinema digitale contundente e meraviglioso non se ne ha più traccia, perché, banalmente, la mano ad averla scritta è un’altra: una mano che non ha capito che quel tipo di retorica delle immagini va costruita con calma, accompagnata per mano, lasciata montare lentamente in un contesto narrativo solido e concreto e non meccanicamente buttata in pasto allo spettatore a quarti d’ora prestabiliti, chè non c’è stupore per samurai giganti, assedi medievali o nazi zombie steampunk in grado di reggere un’ora e mezza senza una dannata stampella. O forse c’è, ma si chiama videoclip, e non è certo quello che vogliamo ricevere in eredità da chi finora ha dimostrato di saper fare ben altro.
About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.
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apr 06, 2011Posted By
BlackwolfSucker Punch non sarà il miglior film dell’anno, ma per poterne capire davvero il valore bisogna andare un po’ oltre alle scene d’azione con mitragliatrici e katane.
Se ci si fa caso, si tratta di una storia meno banale di quanto si creda. Dopotutto, si tratta di una storia ambientata in un manicomio…
Il limite tra ragione e follia, tra realtà e fantasia è IL cardine del film. Sucker Punch può apparire come un film banalotto ed eccessivamente ornato da fronzoli visivi, se visto con poca attenzione.
Se visto, invece, con l’attenzione si può scoprire proprio il fatto che la trama nasconde risvolti complessi. Il riferimento è a film come The Prestige, Franklin, memento, dove la trama non è semplicemente quel filo conduttore che porta lo spettatore qualsiasi,anche svogliato, da A a B. Si tratta, invece, soprattutto di una storia complessa, con molteplici e contemporanei piani di significato. Sucker Punch potrebbe sembrare il semplice delirio di una ragazzina che aiuta un’amica a fuggire. Oppure un viaggio nella mente umana in un mondo dominato dall’orrore e la spietatezza….
Dopotutto Baby Doll lo dice chiaramente a Sweety: questa non è la mia storia, è la tua. E a questo punto basterebbe chiedersi: ma Sweety chi è davvero? E’ una persona reale o no? E le altre ragazze?
Che la riflessione abbia inizio. ^ ^
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apr 06, 2011Posted By
Andrea AvvenengoVedi Blackwolf, quello che contesto a Snyder è il proprio il pararsi dietro a un generico concetto di follia per giustificare l’insensatezza sostanziale della sua intera sceneggiatura. Così è troppo facile: la protagonista è pazza, qualsiasi sconclusionatezza dello script è da attribuire a quello. I film a cui hai fatto riferimento tu sono – con le dovute differenze – piccoli gioielli di scrittura, prima ancora che di messa in scena, meccanismi perfettamente oliati dove nulla succede per caso. Io di diversi piani di lettura in Sucker Punch non ne ho proprio visti, e ho pure fatto fatica a capire il senso che dovrebbe essere sottointeso a quello principale ed esplicito: e lo dico con vero dispiacere, perchè fin’ora Snyder l’ho semplicemente adorato ed ero convinto che Sucker Punch sarebbe stata la celebrazione definitiva del suo cinema, e non una rumorosa baracconata, mannaggia.
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apr 06, 2011Posted By
BlackwolfIo non voglio di certo mettere in dubbio il tuo giudizio. 😉
Ma visto che ho la passione per le storie cervellotiche, mi viene spontaneo dirti di giudicare con calma questo prodotto. ^ ^
Fidati se ti dico che, no, la trama di questo film non è banale, non è sconclusionata..e nemmeno, in effetti, immediata. La pecca tipica dei film cervellotici e geniali.. ^ ^
Il discorso sulla follia lo trovo giusto, ma solo nel caso in cui sul serio i concetti narrati fossero sconclusionati. In Sucker Punch non lo sono. Semplicemente sono sottili….
Molto sottili. Ed è questo uno dei suoi pregi, come uno dei suoi difetti (un film dalla trama sottile non potrà mai essere un Blockbuster).
Certo non è un film perfteto, non è assolutamente questo ciò che voglio dire (la ripetitività delle scene d’azione quando devono rubare gli oggetti, rovina decisamente il ritmo di tutta la parte centrale del film). Ma non si tratta nemmeno di un film vuoto e mal fatto. Se vuoi posso darti un accenno alla sotto trama che ho notato, solo che qui non posso nascondere la cosa via spoiler.
Dimmi tu.
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apr 06, 2011Posted By
GiovanniIo ho amato Sucker Punch. Mi ha divertito e intrattenuto. Non chiedevo altro e non di sicuro non mi aspetto di andare a vedere un’opera complessa. Snyder non è un’ autore, è “solo” un grande regista, ma questo film è sempre stato una sua fissazione ed è giusto che lo abbia scritto come voleva lui. Il film per me rimane bello e sopratutto si farà guardare più di una volta.
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apr 07, 2011Posted By
Andrea Avvenengo@Blackwolf: non appena riparte il forum spostiamo questa discussione lì, così non spoileriamo nulla
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apr 07, 2011Posted By
Blackwolf@Andrea Avvenengo: Ok, allora aspetto il forum. Spero ritorni funzionante presto.
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apr 08, 2011Posted By
ThobiaAh Giovanni… ora capisco…
Se ti è piaciuto Sucker Punch (!) come poteva piacerti The Ward?
Questo spiega tutto…
W Zack Snyder, questo grande regista!!!
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apr 09, 2011Posted By
Giovanni@Tobia: quanti anni hai? 14? Sono due film, due generi e due stili diversi. E poi non vedo il motivo per il quale l’ultimo Carpenter deve piacere per forza.