Cinema Christopher Walken parla di sé alla Capitale

Christopher Walken parla di sé alla Capitale

Si è tenuto lunedì 18 all’Auditorium Parco della Musica della Capitale il secondo incontro di Viaggi nel cinema americano.

Il format realizzato dalla Fondazione Cinema per Roma che porta registi e attori d’oltreoceano a confrontarsi direttamente con il pubblico, mostrando le sequenze dei film che li hanno resi famosi in tutto il mondo. Dopo Debra Winger, Mario Sesti e Antonio Monda hanno ospitato Christopher Walken, un attore talmente amato dal pubblico italiano da aver registrato un overbooking dei posti disponibili in sala. Spiritoso e sorridente, Christopher ha risposto alle domande della stampa e del pubblico.

Buonasera Christopher, grazie per essere venuto qui in Italia. Lei è considerato a tutti gli effetti un attore di culto. È vera la leggenda secondo cui ripeteva spesso il monologo di Pulp Fiction che l’ha resa famosa?

Assolutamente si! Lo ripetevo tutti i giorni seguendo pari pari il copione. Come sapete, generalmente un attore non deve necessariamente recitare il film in ordine cronologico. Invece con Tarantino è diverso, specialmente perché i suoi copioni sono sempre dei mattoni molto voluminosi! Pensate che quel monologo era lungo ben 8 pagine, alla fine mentre lo ripetevo, ridevo da solo! Però va detto: Tarantino è uno sceneggiatore davvero straordinario.

Che ci dice di Woody Allen e di Tarantino?

Con Allen ho lavorato due volte ma francamente non ci siamo parlati mai! Una volta gli feci una domanda per ottenere una spiegazione sulla recitazione di una scena e lui mi rispose che era tutto sotto controllo. E la cosa, incredibilmente, finì lì! (ride). Per quanto riguarda Tarantino, a quanto ho già detto, posso solo aggiungere che la scena dell’orologio l’abbiamo girata l’ultimo giorno. La mattina presto sul set eravamo in tre: io lui e il bambino che si stancò quasi subito. Allora io convinsi Quentin a mandarlo a casa e io continuai a girare fissando il vuoto…

Signor Walken, Lei si rivede mai in televisione o al cinema?

Ogni mattina giro i canali alla ricerca di mie tracce. Quando ne trovo qualcuna sono contento ma non rimango a guardare….

Che succede secondo Lei ad un regista come Cimino? Pensa che sia davvero autodistruttivo oppure semplicemente Hollywood non lo capisce?

Questo non saprei dirlo con certezza. Ogni tanto lo vedo e Cimino è davvero un regista di talento. A questo punto inizio a pensare che sia una sua scelta quella di fare soltanto lo sceneggiatore… Essere un regista, infatti, implica molte responsabilità: mantenere i contatti, governare la cinepresa, lavorare continuamente fino al montaggio…

Signor Walken, la grandezza di un attore si riconosce nel momento in cui diviene un’icona di un genere senza però rimanerne intrappolata. Lei è consapevole del fatto che gli spettatori sono catturati dalla Sua capacità di provocare terrore e contemporaneamente tenerezza?

Quando si lavora con registi straordinari, il merito di tirar fuori il meglio da un attore, è anche loro. E soprattutto, il loro merito è quello di scegliere attori adatti ai ruoli, e questa non è affatto una cosa facile. Questo mi fa pensare allo Spielberg di Prova a prendermi o al Burton de Il mistero di Sleepy Hollow. Ad esempio, quando lessi il copione di Burton, ero interessato a interpretare il ruolo del cavaliere ma non avevo nessuna intenzione di fare cose pericolose. Sapete allora cosa decise? Mi fece cavalcare il cavallo meccanico già usato da Elizabeth Taylor.

Com’è nata la famosa scena del balletto in Weapon of Choise di Spike Jonez?

Lui me l’ha chiesto visto che io avevo già lavorato per altri musical. Io comunque nasco come ballerino tant’è vero che ho conosciuto mia moglie proprio mentre lavoravo per uno spettacolo musciale!

È vero che Lei convince gli sceneggiatori a inserire sempre scene di ballo nei film?

Di solito si, mi viene spontaneo! (ride). Ho smesso quando mi sono reso conto che molti critici scrivevano nelle recensioni dei film, che io iniziavo a ballare senza un motivo apparente…

Cos’ha imparato dall’Actor’s Studio?

L’ho frequentata per diversi anni, prima come osservatore poi come allievo. È un’ottima scuola, una palestra per gli attori.

La parola è passata poi al pubblico che non ha minimamente esitato a rivolgersi all’artista con domande piccanti e provocatorie.

Con quali artisti vorrebbe lavorare?

Con Scorsese. Per un periodo avevamo parlato di girare L’ultima tentazione di Cristo, andavo a casa sua e parlavamo per delle ore. Poi il film non si è più fatto… E poi vorrei tornare a lavorare con Tarantino.

Signor Walken, ci tolga una curiosità. È difficile scegliere i ruoli alla Sua età?

Si, specialmente quando si invecchia. Certamente per una donna è più difficile perché non ama rendersi conto di come è cambiato il suo corpo. Con l’età i ruoli che ti vengono proposti sono sempre più limitati, però magari sono più interessanti! Dal genitore sono passato a fare lo zio e poi il nonno…. (ride)

West Side Story è un film un po’ dimenticato dal pubblico, ma di grande interesse. Ci racconta qualcosa al riguardo?

È indubbiamente un film molto interessante anche se incompiuto visto che la regista è morta e, incredibilmente, la sceneggiatura si evolveva mano a mano che giravamo.

Walken, Lei ha un viso luciferino. Pensa che sia questo che l’ha resa un’icona per il mondo giovanile invece di permetterLe il balzo verso il divismo?

L’aspetto per un attore conta moltissimo. Io sono cresciuto nel mondo dello spettacolo e sono un ballerino… Che altro potrei aggiungere?

Ci racconta qualcosa su Il cacciatore?

Ci sono voluti 5 mesi per girarlo. È stata un’esperienza straordinaria perché io ero giovane e inesperto ma mi sono ritrovato a lavorare con attori del calibro di Robert De Niro e Meryl Streep. Questo film mi ha permesso di fare la svolta che aspettavo, per questo è molto importante per me.

Ci racconta qualcosa del suo rapporto con Abel Ferrara?

Abbiamo lavorato insieme 4/5 volte. È una di quelle persone che ti invita a casa sua e ti propone un film senza avere ancora pronta una sceneggiatura. Tu poi inevitabilmente accetti perché sai che gli verrà in mente qualcosa…

Ultima domanda. Ha visto l’imitazione che Kevin Spacey fa di Lei?

Si, è un bravissimo ballerino e un attore molto versatile!

About Martina Calcabrini
Ha ereditato l'amore per il cinema horror quando era ancora in fasce. La passione per le creature mostruose, per l'ignoto e per l'oscuro le scorre nelle vene e le permette di affrontare qualsiasi Mostro della notte...

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!

Altri articoli:

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.

Horror Community

[captain-sign-up text="Partecipa al gioco"]

Focus on

Categorie degli articoli

ebook gratis


    Ai lettori di Horror.it, regaliamo una ghost story inedita di Andrea G. Colombo. Buona lettura!
  • RSS
  • Twitter
  • Facebook
%d blogger cliccano Mi Piace per questo: