Alla fin fine Primal diverte, ma rimane l’amarezza per un’opera che quando ti riesce a prendere non ha il coraggio di proseguire su quella strada.
Anja e altri quattro amici raggiungono lo studente di antropologia Dace per una vacanza studio in una zona remota al fine di studiare antiche pitture rupestri. Quella che sembrava una gita tranquilla si trasformerà nel peggiore degli incubi quando una ragazza del loro gruppo comincerà a mutare in qualcos’altro: un essere primitivo affamato di carne umana!
Primal è operina divertente, senza pretese che però lascia l’amaro in bocca. I presupposti per un grande film horror c’erano tutti: sangue, violenza che non la manda a dire, un make up che guarda ai nostri Demoni baviani e, soprattutto, una storia che, mischiando archeologia e horror lovecraftiani, sulla carta prometteva faville. E invece Primal è un prodotto minore del cinema Oz, il bel cinema australiano che ogni tanto sforna qualche bella sorpresa da Interceptor di Miller fino all’ultimo Wolf creek. Qui siamo nel prodotto medio che risulta purtroppo ridicolo a causa di alcune discutibili scelte registiche (i rallenti insistiti negli attacchi dei mostri non si possono vedere e ricordano troppo l’Incredibile Hulk con Bill Bixby) e un pessimo uso, davvero scellerato e dilettantesco, di effetti in computer grafica (le scene nella grotta, ma soprattutto la fuga finale lasciano basiti da tanto sono fatti male). Peccato perché, pur se figlio bastardo del Rovine di Carter Smith,Primal ha un buon senso del ritmo, una costruzione non pedestre delle paura e un’attenzione ai rapporti tra i vari personaggi. Certo nulla di nuovo, la lezione è sempre quella dell’estremo pericolo che tramuta anche i migliori amici in nemici per la sopravvivenza, ma sempre meglio dell’80 per cento degli horror che vengono sfornati dove i caratteri sono tagliati con l’accetta e il gioco da catena di fast food è più smaccato. Alla fin fine ci si diverte, ma rimane l’amarezza per un’opera che quando ti riesce a prendere non ha il coraggio di proseguire su quella strada, colpa forse il basso budget, ma imperdonabile per un horror che in fin dei conti non è né abbastanza brutto per essere deriso né abbastanza entusiasmante per essere lodato perdendosi negli oscuri meandri della mediocrità più assoluta. Per tutti i voyeur c’è da segnalare un bagno della seducente Krew Boylan in un lago pieno di sanguisughe affamate! Ah lei è nuda naturalmente…
About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.