Action 30 Days of Night: Dark Days

30 Days of Night: Dark Days

Non si può certo dire che nel suo ormai solido e continuativo rapporto professionale con la globalmente discreta graphic novel di Steve Niles e Ben Templesmith, il regista Ben Ketai abbia mai trovato la strada in discesa.

Sopravvissuta alla carneficina di Barrow che ha decimato la popolazione della cittadina e le ha portato via l’amato Eben, Stella (Kiele Sanchez) si è trasferita a Los Angeles, dove cerca invano di scuotere la scettica opinione pubblica intorno all’effettiva esistenza dei vampiri.

Una notte viene contattata da un gruppo clandestino di sopravvissuti a massacri analoghi a quello di Barrow: armati e determinati a portare a termine la propria vendetta, i reduci decido di smettere i panni delle prede e di dichiarare una vera e propria guerra alla nutrita colonia di vampiri losangelini, capeggiati dalla temibile Lilith (Mia Kirshner).

Non si può certo dire che nel suo ormai solido e continuativo rapporto professionale con la globalmente discreta graphic novel di Steve Niles e Ben Templesmith, il regista Ben Ketai abbia mai trovato la strada in discesa: prima ritrovandosi a lavorare alle due web series d’accompagnamento Blood Trails – co-sceneggiatura – e Dust to Dust – regia e sceneggiatura – con parecchie idee, poca promozione e pochissimi soldi, costantemente all’ombra del fratello maggiore diretto da David Slade e dei suoi sfracelli al botteghino; poi gestendo un sequel in cui, produttori della Ghost House Pictures in primis, pochi erano disposti ad investire quanto in passato, vuoi perché consci dell’irripetibilità del successo del predecessore, vuoi per l’effettiva inferiorità del materiale narrativo cronologicamente successivo ai fatti di Barrow. Il risultato, arrotondando per difetto, è la somma algebrica dei suoi fattori. Perché Ketai ci metterà pure tutto il proprio apprezzabile mestiere, sostituendo all’irripetibile comparto grafico patinato e modaiolo del videoclipparo David Slade una Los Angeles oscura e livida, quasi vittoriana nelle sue vesti notturne, dei protagonisti costruiti più per l’azione che per la narrazione, un andamento che accelera quasi immediatamente perché non ha quasi nulla su cui soffermarsi. Ma tutto questo non basta a sopperire ad una sconsiderata pochezza narrativa che in corso d’opera passerà dall’evidenza all’ indecenza, risolvendo tutta la questione in una noiosa partita a rimpiattino e piombo pesante tra la brigata degli umani capeggiati da Stella (una Kiele Sanchez che il suo sporco lavoro lo fa) e la famiglia di vampiri cui fa capo Lilith/Mia Kirshner, una regina dei vampiri così banalmente convenzionale da far quasi rimpiangere la buonanima di Aaliyah de La Regina dei Dannati. Dark Days sembra un progetto nato nient’altro che per un’oscura forza d’inerzia, senza alcuna precisa identità e che si barcamena senza sosta nè costrutto tra una sceneggiatura propria che nei fatti quasi non esiste e una pretesa di continuity con il primo capitolo che se, possibile, riesce a trascinare la pellicola ancora più in basso. Un vero e proprio suicidio cinematografico che potrebbe tutt’altro che malauguratamente mettere fine alla liaison tra i vampiri di Niles e la piattaforma cinematografica, nonostante un orrendo finale che potrebbe lasciar intuire ulteriori sviluppi: che Raimi ce ne scampi.

30 Days of Night: Dark Days

(USA, 2009)
Regia: Ben Ketai
Sceneggiatura: Steve Niles, Ben Ketai
Interpreti: Kiele Sanchez, Rhys Coiro, Diora Baird, Mia Kirshner
Durata: 92 min.
Distribuzione: Sony Pictures

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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