Editoria Coraline – Neil Gaiman

Coraline – Neil Gaiman

Nessun libro finisce; i libri non sono lunghi, sono larghi. La pagina, come rivela anche la sua forma, non è che una porta alla sottostante presenza del libro, o piuttosto ad altra porta, che porta ad altra.

Finire un libro significa aprire l’ultima porta, affinché non si chiuda più né questa né quelle che abbiamo finora aperte per varcarne la soglia, e tutte quelle che infinitamente si sono aperte, continuano ad aprirsi, si apriranno in un infinito brusio di cardini. Chi scrive non conosce immagine migliore – contenuta nel trentaseiesimo capitolo di Pinocchio: Un Libro Parallelo di Giorgio Manganelli – per introdurre il romanzo di Neil Gaiman Coraline, illustrato da David McKean e vincitore, nel 2003, del Premio Hugo per la migliore opera breve.

Quattordici: questo il numero delle porte che la piccola Coraline trova nella vecchia e grande casa in cui si trasferisce insieme ai genitori. Ma se tredici permettono di spostarsi attraverso stanze e corridoi, la quattordicesima si apre su un muro di mattoni. Cosa si cela dietro quella barriera di pietra? Forse solo un appartamento vuoto. Forse qualcos’altro.
Un mistero da risolvere è proprio quello che ci vuole per sfuggire alla noia. Trascurata dai genitori, troppo impegnati nel lavoro per dedicarle attenzioni, la bambina ha già esplorato i dintorni della casa, contato porte e finestre e fatto un “elenco di tutte le cose blu”, nonché conosciuto gli strampalati vicini: Miss Spink e Miss Forcible, due attrici in pensione, Mr Bobo, un tempo acrobata in un circo e ora presunto addestratore di topi, e un grosso gatto nero, inquilino a tutti gli effetti dell’ampio giardino.

Coraline si fermò ad ascoltare. Sapeva che stava facendo qualcosa di proibito, così tese l’orecchio per sentire se sua madre stesse tornando, ma non sentì nulla. Poi mise la mano sulla maniglia e la girò: e finalmente la porta si aprì.
Sì aprì su un corridoio buio. I mattoni erano scomparsi, come se non ci fossero mai stati. Da quel corridoio veniva un agghiacciante odore di stantio: l’odore di qualcosa di molto vecchio e molto lento.

Al termine dell’oscuro corridoio, la bambina si ritrova in una sorta di dimensione parallela, abitata da un’Altra Madre e un Altro Padre, copie quasi esatte dei suoi veri genitori… non fosse per l’inesauribile pazienza, le continue attenzioni e una sconcertante, sinistra caratteristica: entrambi hanno dei grossi bottoni neri cuciti al posto degli occhi.

“Se ti va di restare”, le disse l’altro padre “dobbiamo fare solo una piccola cosa, in modo che tu possa restare per sempre”.
Andarono in cucina. In un piatto di porcellana, posato sul tavolo, c’erano un rocchetto di cotone nero e un lungo ago d’argento e, accanto a essi, due grossi bottoni neri.
“Non credo proprio!” disse Coraline.
“Oh, ma noi vogliamo che tu lo faccia”, disse l’altra madre. “Noi vogliamo che tu rimanga. E questo non è che un dettaglio insignificante”.

Perspicace e accorta, Coraline non si lascia ingannare dalla gentilezza e dall’inesauribile generosità della donna. Dietro a tanta affabilità e cortesia, si nasconde una vorace fame di affetto… e non solo. Per spezzare i fili dell’orrenda ragnatela tesa dall’Altra Madre la piccola dovrà ricorrere a tutto il suo coraggio e la sua furbizia. Così, tra magie e inganni, rivelazioni e tranelli, la sfida comincia…

Se, come suggerisce Manganelli, la pagina è una porta alla sottostante presenza del libro, possiamo considerare l’incipit la chiave (o, ancora meglio, una delle chiavi) che ci consente di vincere la serratura e addentrarci nel mistero.
A Gaiman bastano poche parole, poco più di una riga, per stregare il lettore e trascinarlo lungo una via di incanti e segreti, meraviglie e illusioni: Coraline discovered the door a little while after they moved into the house.
Diretto, efficace, inesorabile. Da antologia. Una formula magica in piena regola, capace di evocare una fiaba ricca di colori e citazioni, raccontata con uno stile pulito ed incisivo, cui molti autori di narrativa fantastica dovrebbero guardare con invidia.
Proseguendo nella lettura, il sospetto che alcune gocce dell’inchiostro magico di Carroll siano finite nella penna del talentuoso scrittore britannico si consolida e fortifica, fino a fugare qualsiasi dubbio.

UN ESTRATTO

Sembrava la voce di sua madre. Coraline andò in cucina, perché la voce veniva da lì. In cucina trovò una donna che le dava le spalle. Assomigliava un po’ a sua madre. Solo che…
Solo che aveva la pelle bianca come la carta.
Solo che era più altra e più magra.
Solo che aveva le dita troppo lunghe, che non stavano mai ferme, e le unghie, adunche e affilate, di un rosso scuro.
“Coraline?” disse la donna. “Sei tu?”
Quindi si voltò a guardarla. Al posto degli occhi aveva due grossi bottoni neri.
“È ora di pranzo, Coraline”, disse la donna.

INCIPIT

Coraline scoprì la porta poco dopo aver traslocato con la famiglia.
La casa era molto vecchia, con una soffitta, una cantina e un giardino pieno di erbacce e di grossi e vecchi alberi.
Date le sue notevoli dimensioni, però, non era occupata esclusivamente dalla famiglia di Coraline. I suoi ne possedevano solo una parte.
Nel resto dell’edificio abitavano altre persone.

L’AUTORE

Scrittore, sceneggiatore, giornalista, autore di fumetti, Neil Richard Gaiman è nato a Portchester nel 1960. Tra i suoi romanzi ricordiamo Buon Apocalisse A Tutti (Good omens, 1990, scritto con Terry Pratchett), Nessun Dove (Neverwhere, 1996), Stardust (Stardust, 1998) American gods (American gods, 2001), Coraline (Coraline, 2002) e Il Figlio Del Cimitero (The Graveyard Book, 2008).

Coraline

di Neil Gaiman
Traduzione di Maurizio Bartocci
Illustrazioni di Dave McKean
Oscar Mondadori
183 pagine
€ 8,80

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