E’ più probabile che Daybreakers entri negli annali del cinema horror più per la prima esperienza orrorifica di un discreto quanto al solito melanconico Ethan Hawke che per la sua assoluta qualità filmica.
Autunno 2004, un’era cinematografica fa: (appena) prima del fiorire del torture porn, della teen-saga Twilight, del mockumentary come antidoto alla crisi da foglio bianco, la Lionsgate acquista da una coppia di fratelli reduci da un discreto esordio cinematografico una sceneggiatura che si promette narrativamente enorme, che piazza vecchi boogeyman in un futuro prossimo mettendogli in mano il mondo intero. Poi fu silenzio.