C’è un De Maupassant che non ti aspetti. Il maestro del racconto moderno, irriverente accusatore della società borghese, fu l’ideatore di una creatura tra malattia mentale e presenza soprannaturale.
Le Horla (Le Horla e altri racconti dell’orrore, Newton, Tascabili Economici 100 Pagine 1000 lire, numero 140) è un mostro che si presenta in punta di piedi. Dapprincipio sembra un “innocuo” disturbo mentale, uno di quelli che ti fa vedere e udire cose-che-non-dovresti-vedere-e-udire. Poi il fastidio comincia a diventare ossessione. Il confine tra l’organico del cervello e l’altro del soprannaturale si assottiglia. Forse cosciente di questa duplice interpretazione, che poi è un topos di tanta letteratura fantastica, De Maupassant realizza almeno due versione del racconto. La seconda è quella che scansa e accoltella, senza mai ucciderla definitivamente, la spiegazione psichica. Si tratta, in definitiva, di un essere antico, che esisteva già prima dell’uomo, e che ha deciso di perseguitare il malcapitato protagonista.
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Autore: Rosario R. Battiato
ott 18, 2012