Quando la bruttezza si erige imponenente capita che l’effetto sia paragonabile allo stupore di un bambino innanzi a un piatto di cervella.
Amityville Asylum è un film brutto, sciatto, vuoto, lento, mal girato, privo di mordente e suspence, mai credibile. E’ tutto talmente gretto e imbarazzante da stupire, da lasciare attoniti ma nello stesso istante commossi innanzi alla sfacciataggine amatoriale spacciata per prodotto fruibile su un grande schermo o, anche solo, per una distribuzione che esca dai sobborghi di Rimini o di Birmingham. La colonna sonora. In tutto il marasma produttivo è la colonna sonora l’elemento che fa realmente irritare oltre l’umana sopportazione, perchè passi la telecamera traballante, passi il plot assurdo stipato di idiozie che per chi, come il sottoscritto, lavora nella psichiatria, risultano medioevali, irritanti e becere, passi persino l’attore madrelingua inglese intenzionalmente costretto all’accento est europeo, ma un accompagnamento sonoro da prima lezione alle medie di tastiera Bonelli proprio non lo si può sopportare, è istigazione al suicidio.