Sotto la cupola tutto procede secondo copione e la parola d’ordine è sempre una: noia.
“The pink stars are falling. The pink stars are falling in lines”.
Due adolescenti sembrano essere in risonanza, cadono preda delle convulsioni e bava alla bocca pronunciano queste frasi come in trance. Ecco l’unico elemento che continua ad alimentare interesse in Under the Dome. Non la cupola, escamotage per racchiudere sotto lo stesso tetto trasparente il peggio degli Stati Uniti, non i sequestri, non gli psicopatici, non i bigotti o gli ex militari con misteriose missioni, non i consiglieri assetati di potere e controllo.