“Una volta che lo vedi, nulla potrà salvarti”. Torna Scott Derrickson.
Regista incostante che verrà ricordato dagli antologisti negli annali come l’autore di quel grande film chiamato L’Esorcismo di Emily Rose (2005), forse il miglior lungometraggio di sempre intorno il tema della possessione diabolica dopo (ovviamente) L’Esorcista (1973, William Friedkin), mica pizza e fichi insomma. Questo nella migliore delle ipotesi, perché viceversa Derrickson, a cui auguriamo ovviamente lunga vita, sarà ricordato come un autore fortunato più che bravo, come colui che ha incrociato la dea bendata nel momento di raccontarci l’angosciante vicenda della giovane Emily ma a cui è riuscito bene un film ed uno solo. Uno di passaggio in sostanza.