Lo slasher è sempre stato un genere amato dal pubblico, soprattutto quello giovane, relativamente semplice da realizzare e dai grandi incassi rispetto al budget miserrimo molte volte stanziato inizialmente.
Il sesto film della serie che segue le traccie insanguinate lasciate da Jason Voorhees, risulta nel mio immaginario indissolubilmente legato all’album “Constrictor” di Alice Cooper, che rappresenta il ritorno sulle scene del teatrale artista di Detroit, dopo il suo ritiro nel 1983, dopo il mediocre album “Dada”.
“L’ultimo Venerdì” per modo di dire. Nei primi anni novanta Sean S. Cunningham tentò di instillare nuova linfa in una serie che non se la passava bene dopo l’insuccesso dell’ottava capitolo di Rob Hedden.