Il terzo capitolo di Diario di un sopravvissuto agli zombie si apre al racconto corale. Il memoriale dell’ex militare Usa scampato al risveglio dei morti viventi lascia il passo a un racconto a più voci.
La clessidra infranta rinsalda la narrazione survivalista con robuste iniezioni di fantascienza, spy story, cronaca bellica e fiction complottistica. È una bella sorpresa per chi (come chi scrive) aveva percepito segni di affaticamento nel volume precedente – Oltre l’esilio – e rende giustizia alla penna di Bourne, finora sacrificata alla scarna, iperpragmatica, narrazione diaristica, sgombrando il campo dal sospetto che Day By Day Armaeddon fosse stato il colpo fortunato di un militare (J. L. Bourne indossa la divisa anche nella vita e ha non pochi punti in comune con il protagonista della trilogia) prestato ala narrativa di genere.