La casa da sempre è un posto accogliente, simbolo di distensione, appagamento, rifugio contro i pericoli del mondo. Non stupisce perciò che il cinema horror se ne sia appropriato, capovolgendo questo concetto in una dimensione di terrore e spaesamento. Casa quindi non come simbolo dell’istituzione familiare, ma come luogo luttuoso, violento, spaventoso. Casa come rifugio per demoni sotterranei, per le nostre paure più ataviche diventate realtà. Da sempre il cinema della paura elesse come suo scenario delle dimore maledette, fin dagli albori del cinema in bianco e nero, retaggio di una certa letteratura gotica inglese, ma forse solo con Evil dead ebbe la sua massima espressione.
La saga di Non aprite quella porta: dal realismo al 3d
Letherface è un’icona dell’horror moderno al pari di Freddy Krueger, Jason Vorhees e Michael Myers, e come i suoi soci, film dopo film, ha perso la forza e il carisma che aveva agli esordi diventando una macchietta del baubau che era.