Dal giovane regista Germano Boldorini, ecco Tanith (2012): un sorprendente cortometraggio raffinato e claustrofobico
Nell’interessante e complesso ambito del cinema indipendente è già difficile orientarsi fra i numerosi lungometraggi per valutare quali siano davvero meritevoli: ma tale operazione risulta ancora più complessa nella marea infinita di cortometraggi. Essendo un genere alla portata di (quasi) tutti, è fondamentale innanzitutto distinguere i lavori amatoriali da quelli professionali, perché – anche grazie alla rete – si finisce per trovare veramente di tutto. Ed è sempre una piacevole sorpresa scoprire dei corti di alto livello come Tanith (2012) del giovane regista romano Germano Boldorini, genuino e attento esercizio di stile che non rimane però fine a se stesso ma è al servizio di una narrazione concentrica assolutamente particolare e claustrofobica.