Annunciato pochi giorni fa dallo stesso regista, il ritorno all’horror di Rob Zombie non sarà quello che i più hanno immeritatamente immaginato, resurrezioni varie in casa Firefly su tutte. Avrà invece a che fare con un progetto decisamente più interessante, costruito in team con un autore cui non ha mai fatto difetto il coraggio di di sporcarsi le mani con gli incubi e e le miserie umane più inconfessabili…
Anche la decima puntata della quarta stagione di The Walking Dead ha seguito il canovaccio a cui ci hanno abituato gli autori in questi anni, e così, dopo un episodio lento e riflessivo in cui lo scontro generazionale tra Carl e Rick aveva tenuto banco, interrotto soltanto da qualche incursione di Michonne (e del suo passato), ecco una puntata ricca di adrenalina e azione dove gli zombie tornano sbucare da ogni angolo.
Dopo la pausa invernale, The Walking Dead ha ripreso con una puntata il cui titolo spiega già tutto: Smarriti, perché smarriti sono i personaggi dopo la distruzione della prigione, ognuno alla ricerca di un nuovo rifugio dove continuare a sopravvivere, ma smarriti sono anche gli appassionati che si sono trovati davanti una puntata ancora una volta interlocutoria, senza precise indicazioni sulla strada che la serie vorrà prendere.
Il titolo Rosemary’s Baby viene subito associato al famosissimo film horror diretto da Roman Polanski, ma Rosemary’s Baby è stato innanzitutto un romanzo scritto dall’americano Ira Levin, ed è proprio partendo dal testo originale che la NBC ha deciso di produrre un nuovo adattamento televisivo.
Se n’è chiacchierato per anni, ora è realtà: a diciotto anni di distanza dalla pellicola originale Robert Rodriguez, tramite il suo El Rey Network, è finalmente riuscito a realizzare il sogno di portare sul piccolo schermo l’ottima exploitation di From dusk till dawn.
Il primo appuntamento per gli appassionati è fissato per il 27 gennaio, quando uscirà una nuova edizione della prima stagione della serie tv ideata da Frank Darabont e che ha sbriciolato ogni record di ascolto, ma il meglio arriverà tra il 27 febbraio e il 27 marzo quando, finalmente, usciranno le versioni italiane della seconda e della terza stagione, finora inedite nel nostro Paese. Ambedue le edizioni saranno arricchite da numerosi contenuti extra, con interviste al cast e filmati dai dietro le quinte.
Se vogliamo cercare la radice dell’attuale successo degli zombie sia in ambito letterario che cinematografico, dobbiamo scavare nel mondo dei videogiochi, perché è da lì che è arrivata la rinascita del personaggio. Era il 1996, quando la Capcom lanciò sul mercato il primo capitolo video ludico della saga Resident Evil, mentre la prima playstation si stava facendo largo nelle case di milioni di appassionati che, dopo aver combattuto insieme ai sopravvissuti di Romero e soci, si trovarono a essere loro stessi degli scampati all’apocalisse zombie. Allora l’accoglienza non fu delle migliori, soprattutto da quella parte di “critici” che consideravano il videogioco appannaggio dei soli bambini, e che gridarono allo scandalo di fronte all’eccessiva violenza e agli argomenti trattati, ma il successo fu talmente vasto che la Capcom, in barba alle cesoie della censura, mise in cantiere subito un seguito, uscito nel 1998 e ancora oggi considerato uno dei migliori capitoli della serie, grazie soprattutto all’atmosfera da fine del mondo che pervadeva il videogame.
Kirkman e soci hanno finalmente premuto il piede sull’acceleratore regalandoci una puntata che, seppur non priva di sbavature, difficilmente potremo dimenticare. La prigione è finalmente caduta, lo scontro Rick-Governatore ha toccato il punto di non ritorno, abbiamo perso alcuni dei personaggi principali, i protagonisti sono di nuovo per strada, persi tra zombie e paesaggi apocalittici.