“Sono stato un grande fan di Stephen King fin da quando ho memoria”
Leggete e parlate bene inglese, siete amanti dell’horror, di King, e anche un po’ geek dei fumetti? Allora dovete assolutamente andare a visitare il sito di Stephen King…
Leggete e parlate bene inglese, siete amanti dell’horror, di King, e anche un po’ geek dei fumetti? Allora dovete assolutamente andare a visitare il sito di Stephen King…
In principio erano i vampiri. Poi, con l’avvento di Twilight e affini, gli appassionati di horror hanno, giustamente, deciso di virare verso antieroi migliori. Una notte, dunque, ritornarono gli zombi. Per fortuna, grazie a fenomeni come The Walking Dead, è un mito che non sono ancora riusciti a rovinare. Oggi, tutti, si aspettano un’apocalisse zombi: che sia la soluzione migliore per venir via da una crisi mondiale come questa? Ne abbiamo parlato con i ragazzi di The Survival Diaries, il progetto horror letterario in fieri sul web che sta impazzando negli ultimi mesi e senza sosta alcuna.
C’è stato bisogno dell’intervento di Neil Gaiman, per una volta nei panni dell’intervistatore d’eccezione, per fare luce su quelli che al momento sono giocoforza gli interrogativi più caldi intorno alla figura del Re Stephen King. Cosa bolle in pentola? C’era davvero bisogno di dare un seguito a Shining? E il tanto chiacchierato Joe Hill, è davvero così bravo come lo dipingono? Dalle colonne di The Sunday Times, un estratto delle dichiarazioni di Stephen King rilasciate a Gaiman.
Nel 1904 il diciassettenne Raymond Jean-Marie de Kremer entra, per acquistare dei dolci dall’aria squisita che ha visto esposti in vetrina, in una vecchia confetteria di Gand. Il locale è assolutamente vuoto e silenzioso: a nulla serve attendere e chiamare. Il ragazzo prende la decisione di riempire di dolci un sacchetto e di andarsene. Ma, pochi giorni dopo, quando vorrà ritornare in quella bottega, scoprirà che, nell’antica viuzza fiamminga dove i frontoni dei palazzi si specchiano nell’acqua ferma del canale, la pasticceria è scomparsa con l’edificio che la ospitava e nessuno ricorda d’averla mai vista; né verrà mai più ritrovata, per quanto il ragazzo indaghi in giro per la cittadina.
E ci riesce Patrick Graham (autore francese che pubblica sotto pseudonimo) a portarci in un posto buio in cui non si sa dove siamo. Attraverso i suoi libri, caotici, impegnativi, in cui gli eventi e i personaggi si accavallano. Graham è uno scrittore che si lascia trascinare dal flusso di idee, che viene eviscerato dalla sua stessa scrittura.
Il circo dei vampiri cambia la cover e ve la sveliamo in anteprima con un solo, unico scopo: chiedervi se vi piace questa nuova copertina o se preferivate la vecchia!
Conquistare quella sostanziosa fetta di pubblico che non compera il genere per partito preso se l’autore esibisce nel cognome i suoi normali ascendenti nazionali. Non è storia nuova. Se qualcuno in età avanzata si ricorda di come nacque al cinema l’imprescindibile filone del western all’italiana, si rammenterà forse che Sergio Leone firmò Per un pugno di dollari come “Bob Robertson”, non certo per vergogna ma per favorire il destino commerciale di un film, sulla carta, considerato anomalo.