Category: Romanzi

Elsberg_MBLACKOUT_120645[1]Un romanzo  il cui titolo emerge tra i testi della Collana Nord, una storia che si presenta come terribilmente realistica ed emozionante, a detta di Bild der Wissenschaft. Blackout arriverà in libreria a partire dal 16 maggio.

Un ampio e inquietante scenario, un’Europa che si vede in balia di un delirante caos dovuto a un improvviso intoppo della vita ordinaria: la mancanza di energia elettrica che lascia la gente al buio.  Blackout è un romanzo che dà l’impressione di contenere una trama molto ricca di angoscianti contenuti, perché la situazione che si presenta dalle poche righe del plot induce già a pensare a un grande panico e una condizione molto realistica. Il volume, che uscirà con copertina cartonata, è edito dalla casa editrice Nord e inserito all’interno dell’omonima collana narrativa. 630 pagine sulle quali Die Welt ha detto in proposito alla storia: <<Una trama ricca di suspense e colpi di scena che vi terranno col fiato sospeso dall’inizio alla fine.>> 

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Il nuovo romanzo di J. Becker, Il vangelo di Nosferatu, un thriller storico dalle fredde sfumature gotiche edito da Newton Compton, con traduzione di Maria Grazia Melchionda.

Affolla gli scaffali delle librerie italiane e trova un posto per attirare l’attenzione dei lettori. Il vangelo di Nosferatu è una storia che affonda le proprie radici in un antico mistero fatto di oscuri manoscritti e fosche ambientazioni. Una cospirazione letale, un folle assassino che semina il terrore per le strade di una splendida Venezia che, lo stesso Becker, ha affermato di non avere scelto casualmente. E, inoltre, un passato che torna per uccidere, qualcosa che è rimasto sepolto per troppo tempo e che adesso è stato esumato.  

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downloadBasta vampiri, zombi, fantasmi. Sì, ancora una volta, alle atmosfere dense di tensione e di inquietudine.

Solo che stavolta l’orrore, secondo Lindqvist, si cela tra le pieghe di una quotidiana follia, tra vite apparentemente ordinarie, in cui l’incubo si nasconde nei rapporti familiari, nel disagio giovanile, nella distorsione di un mondo preda del luccicore della fama più effimera e nell’illusione di internet, la grande rete che ci rende tutti, anche solo per un attimo, piccole stelle.

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Dean Koontz è sempre Dean Kootz. Persino nella terza e già stanca scorribanda di una serie, Frankenstein, che vende copie a tonnellate ma non sa entusiasmare.

Frankenstein – Le creature della notte riparte dalla conclusione del volume precedente, La città dei dannati, riportando il lettore alla vigilia dello scontro campale tra Il dottor Victor Frankenstein e la sua creatura, il celeberrimo mostro. Solo che il primo si fa chiamare Victor Helios, il secondo è conosciuto, ma da pochissimi, come il gigantesco Deucalion e a fare da cornice alla battaglia non sono la vecchia Europa o il ghiaccio perenne, bensì la languida e misteriosa New Orleans. E di mezzo c’è un esercito di creature mutanti, tutte prodotte nei laboratori hitech di herr doctor, programmate per sterminare la razza umana, ma al momento votate a una più urgente causa, liberarsi dal giogo del padre-padrone. 

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Il dottor Massimo Ortis è il “purificatore”, ovvero uccide demoni per conto del Vaticano. È anche un serial killer smanioso di ridurre in braciole qualsiasi disgustoso pedofilo, terrorista, stupratore a piede libero.

Ortis uccide anche gli “infetti”, vale a dire coloro che portano il virus trasmessogli dai demoni. Sembrano posseduti, si divincolano su letti impiastricciati di liquami disgustosi e inneggiano a Satana, berciando insulti contro il prete di turno, ma non basta sventolargli davanti una croce e sussurrare preghiere su preghiere, tanto non si libereranno mai, chi contrae il virus è insalvabile, condannato.

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Una storia che si inserisce tra il quarto e il quinto capitolo della saga de La Torre Nera, ma slegata dagli altri romanzi.

A quasi nove anni di distanza dall’ultimo romanzo della serie La Torre Nera (La Torre Nera VII: La Torre Nera, 2004), Stephen King torna a parlare del pistolero Roland di Gilead, ma questa volta lo fa in modo slegato dagli eventi narrati nei precedenti romanzi, cosicché per leggere La leggenda del vento, che temporalmente si inserisce tra il quarto e il quinto volume della saga, non occorre aver letto tutti gli altri libri, come lo stesso autore conferma nella breve prefazione, ma basta avere un minimo di conoscenza dei personaggi e della storia.

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Un ragazzino scompare. Una banda di poliziotti maturi rapinano una banca e fanno una strage di colleghi.

Un uomo appena divorziato decide di mostrare al mondo di che pasta è fatto ricattando alcuni concittadini con delle foto pornografiche, scatenando una reazione a catena che ricadrà sulla testa di tante persone. La trama di Niceville è la storia della città stessa, una specie di triangolo delle bermuda in terra, dove le persone spariscono e non se ne sa più nulla e dove la gente cattiva diventa ancora più cattiva e di buoni proprio non c’è traccia.

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Prima dei lupi mannari fu Lucifero. A opera di Glen Duncan, poliedrico scrittore inglese di origini indiane, un po’ enfant prodige nel mediocre panorama letterario degli ultimi anni.

Duncan è ormai arcinoto alla massa per la sua trilogia sui licantropi (per ora editi i primi due volumi, L’ultimo lupo mannaro e L’alba di Talulla, di cui ci siamo occupati anche sul nostro portale), ma in verità è anche autore di romanzi non strettamente di genere. 666, io sono il diavolo è tra questi.

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Questo volume è uno di quei classici prodotti che escono a corollario di film chiacchierati e di sicuro successo al botteghino…

Può prevalentemente interessare i fans della vecchia serie televisiva o quelli del film/remake di Burton (detto tra parentesi, due realtà ben distanti tra loro).

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Tratto dalla sceneggiatura dell’omonimo film e scritto sotto pseudonimo, questo romanzo nella vasta e popolarissima carriera letteraria di Dean Koontz, rappresenta un episodio misconosciuto, ma assai particolare.

In più di un’occasione lo stesso scrittore ha ammesso senza tanti giri di parole di aver accettato di scriverlo solo per il lauto compenso che ne derivava, pur trovando intrigante la sfida di trasformare un film in un libro, anziché il contrario, come sempre avviene. Il Tunnel dell’Orrore in realtà deve poco o nulla alla pellicola di Tobe Hooper. Koontz infatti crea un romanzo in gran parte nuovo, indipendente e per giunta più avvincente e spaventoso del film stesso.

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