Cerchi un capolavoro? Lascia perdere e guarda qualcos’altro. Vuoi vedere un horror divertente? Allora Silent night è quello che fa per te…
Quando si decide di realizzare un remake di un film cult, bisogna prepararsi affrontare la cosa con i piedi di piombo. Il pubblico, infatti, avrà talmente ben presente il modello originario, da fiutare il minimo cambiamento.
Quando Tim Burton comincia le faticose riprese di Batman (i film su commissione non sono mai il punto forte di un spirito libero come il suo), si accorge di voler in qualche modo ritornare alle sue origini, quando l’animazione regnava sovrana nel suo mondo bizzarro e il cinema era ancora una lontana chimera.
Notte di Natale. Un bambino si ritrova da solo in una villa iper-tecnologica in balia di uno psicopatico travestitosi da Santa Claus in cerca di vendetta.
Quinto capitolo della bislacca saga inaugurata da Charles Sellier Jr. ancora una volta patrocinato dal buon Brian Yuzna.
Ogni zolla di terra americana ha la sua leggenda sanguinosa: quella di turno è ispirata a Tommy “Oneshoe” McGroo, ragazzino sfigato appassionato di pirati e picchiato dai bulli che gli fregano anche una scarpa. Povero e senza amici, vaga semiscalzo in attesa che “Babbo Natale” gli porti la scarpetta mancante.
Non si spiegherebbe altrimenti, a fronte di un cast di attori di tutto rispetto (oltre al già citato Mosley, partecipano a questa pagliacciata Samantha Scully, nel ruolo di una ragazza cieca, preda ovvia per il killer natalizio, Richard Beymer nei panni di un medico fuori di testa e Robert Culp, il tenente che da la caccia al babbo natale assassino) l’esile trama costruita attorno al bambinone disturbato che a causa dell’assassinio della famiglia da parte di un balordo travestito da Santa Claus (e le conseguenti sevizie patite nell’istituto cattolico nel quale era stato rinchiuso) si diverte a macchiare di sangue la bianca coltre natalizia.
Il quarto sequel della saga Silent Night, Deadly Night rompe con la tradizione dei precedenti capitoli e mette in scena una storia completamente diversa. Non c’è nessun assassino vestito da babbo natale e, anzi, c’è veramente poco che abbia a che fare con il Natale. Brian Yuzna, che ha sfornato gioiellini come Society (appena un anno prima di Silent Night, Deadly Night Initiation) e che sarà destinato a regalarci tante altre pellicole di culto negli anni a venire (per esempio The Dentist o )cura la regia di questa pellicola.
Dick Maas, che non si vedeva da un po’, torna finalmente dietro la cinepresa con Sint. L’attesa e le aspettative non sono indifferenti dato che il regista olandese ci ha regalato in passato perle come l’horror-thriller Amsterdamned; negli ultimi tempi però i lavori di Maas non hanno conosciuto larga diffusione e/o direttamente hanno finito per non passare la dogana del confine olandese. La scelta artistica per questa nuova produzione è a tema natalizio; i toni ricordano innegabilmente il capolavoro di Joe Dante Gremlins, puntando a una resa un po’ darkeggiante del periodo delle feste e barcamenandosi tra il serio e il faceto.