C’era un epoca, nel cinema horror (e non solo) americano, in cui andavano particolarmente di moda i sequel (L’esorcista, Non aprite quella porta, Halloween, Venerdì 13, Nightmare e molti altri ancora). Poi, quando non si è più potuti andare avanti (per evitare di ripetersi all’infinito), si è deciso di guardare indietro: nascono così i prequel, cioè film che raccontano gli antefatti del primo capitolo della saga. Con risultati alterni. Nel 2004, toccò proprio a uno dei più grandi horror della storia, L’esorcista, essere oggetto di un discreto prequel: L’esorcista – La genesi (titolo originale: Exorcist: The Beginning), diretto da Renny Harlin, regista finlandese molto attivo a Hollywood, autore di action-movie di culto (Cliffhanger, 58 minuti per morire) ma anche di un paio di horror (Prison e Nightmare 4 – Il non risveglio).
Prima de L’esorcista – La Genesi (2004), il cinema si era già occupato di scavare alle radici della storia della piccola Regan e del demone Pazuzu, nel film Dominion: Prequel to the Exorcist, una pellicola dalla genesi difficile e maledetta, come d’altronde il film di Friedkin, uscita un anno più tardi dell’opera di Renny Harlin.
Sono passati quindici anni da quando padre Damien Karras liberò il corpo della giovane Regan dalla possessione del demone Pazuzu e una serie di brutali omicidi a sfondo religioso inquietano più del dovuto l’arcigno tenente Kinderman (George C. Scott), soprattutto perché la firma delle violenze sembra essere quella di James Vennamun, meglio noto come Gemini Killer, un assassino seriale giustiziato quindici anni prima.
Quattro anni dopo L’esorcista, uno degli horror più importanti della storia, si decise di realizzarne un sequel, visto il suo grande successo: il timone passa da William Friedkin a John Boorman, il quale dirige con la consueta solidità L’esorcista 2 – L’eretico (1977). Risultato, un buon film che pur non raggiungendo le vette del capostipite risulta comunque di forte impatto visivo e in alcuni momenti fa ancora paura. Del resto, Boorman non è certo l’ultimo arrivato, e all’epoca poteva già vantare un ricco bagaglio di successi: primo fra tutti, Un tranquillo weekend di paura (probabilmente il suo film più famoso), ma anche Senza un attimo di tregua, Duello nel Pacifico, Zardoz.
Negli scavi archeologici nel nord dell’Iraq viene ritrovata la statua del demone Pazuzu e il sacerdote Merrin, lì presente, ne rimane visibilmente sconvolto. Nel frattempo a Georgetown, durante le riprese del film in cui recita la famosa Chris MacNeil, la dodicenne Regan, sua figlia, inizia ad avere degli strani disturbi, problemi a dormire, iperattività fino ad eccessi di turpiloquio e strani sussulti.