La saga di Chucky, il bambolotto assassino, una delle più improbabili (e amate) dell’horror moderno.
La Sposa di Chucky, quarto capitolo della saga, ci aveva lasciati incuriositi dopo aver visto nascere dal corpo di plastica di Tiffany un pargolo assetato di sangue. Il Figlio di Chucky è ambientato qualche anno dopo e vede il nuovo arrivato della famiglia Ray usato come pupazzo da un ventriloquo che lo ha soprannominato faccia di merda.
In un magazzino della polizia sono stati conservati i resti della bambola Tipo Bello che l’anima di Chucky aveva posseduto, catalogati come prove di alcuni casi rimasti irrisolti. Un poliziotto corrotto recupera il gommoso corpicino frantumato per poi consegnarlo ad una misteriosa donna che, anziché pagargli la mazzetta, lo uccide senza pietà.
Sono passati otto anni dal massacro perpetrato ai danni della sua famiglia adottiva da parte di Chucky, innocuo bambolotto posseduta dall’anima del serial killer Charles Lee Ray, e Andy è diventato un adolescente ribelle e ombroso scomodamente costretto nei rigidi ranghi di una scuola militare.
Chucky è un bambolotto buono, disgraziatamente posseduto dall’anima di un serial killer, un certo Charles Lee Ray che ha tresferito con un rito vodoo tutta la sua cattiveria nel bambolotto. Il piccolo Andy Barcaly è reduce da una brutta avventura con Chucky, ma ora è tutto finito?
Charles Lee Ray, conosciuto dalla stampa come lo strangolatore del lago, è in fuga dalla polizia dopo un colpo andato male. Il suo complice Eddie, preso dal panico, lo abbandona, costringendolo a rifugiarsi in un negozio di giocattoli. Il detective Norris lo insegue all’interno dell’edificio e riesce a sparargli un colpo di pistola che lo ferisce mortalmente. Charles, con le sue ultime forze giura di vendicarsi e, attraverso un rito voodoo, invoca Damballa e così i poteri che gli permettono di sfuggire alla morte facendo passare la propria anima in una delle bambole Tipo Bello che ci sono nel negozio.