Dal regista indipendente Giorgio Amato, ecco Circuito chiuso (2012): una sperimentale e angosciante fusione tra mockumentary e torture-porn
Quali sono, oggi, i sottogeneri horror che vanno per la maggiore anche nei blockbuster? Il mockumentary (falso documentario) e il torture-porn (“pornografia” della tortura, cioè l’esibizione nuda e cruda di atrocità varie). Nati in America, sono stati importati anche in Italia, soprattutto ad opera dei cineasti indipendenti, che oggi sono la linfa vitale del genere nostrano. Il milanese Giorgio Amato sperimenta una fusione tra le due categorie con Circuito chiuso (2012), un film interessante prodotto dai Manetti Bros. in collaborazione con Rai Cinema e Dania Film, che gode anche di una distribuzione in dvd per la 01.