Dal regista di Jeepers Creepers un horror debole che mescola luoghi comuni del genere senza riuscire a catturare
Nick Di Santo è un giovane col potere di vedere, toccando la mano del prossimo, la futura drammatica morte di quest’ultimo. E’ tormentato dal suo passato, finché, dopo la morte della madre chiusa in un ospedale psichiatrico, riceve in eredità una vecchia casa che scopre essere quella presente nei suoi sogni sin da bambino. Nick si metterà in viaggio con la compagna incinta Evie, il migliore amico Ryan per trovare questa casa dispersa, mettendosi in guai sempre più grossi, tra creature mostruose e rivelazioni sul suo passato e sulla natura segreta del suo vero padre.
Dopo Jeepers Creepers, per molti il ritorno di Victor Salva con un progetto dal taglio indipendente, doveva essere una succulenta novità e questo Dark House (titolo della versione home video che sostituisce l’originale Haunted) aveva tutte le carte in regola per coinvolgere il pubblico. Ahimè così non è stato, poiché ci troviamo di fronte ad un prodotto carente sotto molti punti di vista, a tratti sconclusionato e davvero poco terrificante.
La storia innanzitutto va a pescare nei luoghi comuni del genere, a partire dalla vecchia magione abbandonata fino ad arrivare al potere di vedere la morte degli altri (La zona morta kinghiana), tirando fuori mitologie demoniache e i soliti riferimenti al significato del numero 23, senza farci mancare la gente del piccolo paese fuori dal mondo chiaramente poco collaborativa: c’è un po’ di tutto, ma non c’è coesione e nemmeno il minimo di verosimiglianza che viene richiesto al più banale degli horror. Quindi ci vengono presentati protagonisti sempre pronti a gettarsi nel pericolo senza alcuna ragione, dinamiche innaturali e troppo frettolose, facendo sembrare il tutto un episodio di una serie fantahorror per teenager.
L’aspetto più horror viene relegato alla casa, i vaghi riferimenti al mondo lovecraftiano ce la fanno entrare subito in simpatia: la troviamo in pieno giorno nascosta tra gli alberi, imponente proprio come dovrebbe essere e in grado di regalare qualche buon momento di tensione con la giusta atmosfera. Nel ruolo del custode della casa troviamo il Jigsaw storico Tobin Bell (Saw), misterioso ma alquanto ridicolo nell’acconciatura frisè, accompagnato da un esercito gobbo e claudicante armato di asce, anch’esso al limite della parodia.
Gli effetti speciali, dignitosi e in linea con la qualità del prodotto, raggiungono il massimo del gore nella parte finale con cuori strappati e corpi maciullati. Tra i protagonisti, oltre al pezzo grosso Bell, abbiamo Leslie Ann Dawn, star della soap-opera Beautiful, nel ruolo della madre pazza di Nick, Luke Kleintank nel ruolo dello stesso Nick, Zack Ward nel ruolo dell’ambiguo operatore della contea Chris: le interpretazioni non brillano particolarmente e contribuiscono a dare all’opera quel taglio televisivo di cui sopra.
C’è poco da salvare quindi, se non forse un certo coraggio da parte del giovane sceneggiatore Charles Agron nel prendere molti spunti e topoi dell’horror e cercare di imbastirne una storia: l’esito è però quasi infelice e poco incoraggiante e si finisce per dimenticare quasi tutto a visione conclusa. Davvero un peccato e si spera che Salva torni sui giusti binari quando riuscirà a portare sul grande schermo il tanto fantomatico Jeepers Creepers 3.
About Alessandro Cruciani
Cresciuto nella provincia di Viterbo a pane e film, tra notti horror e combattimenti alla Van Damme, ha coltivato questa passione arrivando a creare gruppi di folli appassionati di cinema su facebook e a collaborare con alcune recensioni su www.bizzarrocinema.it e wwww.horror.it. Al di fuori del lavoro ama leggere, ascoltare musica e divorare serie tv.