Il cortometraggio Anger of the dead (2013) di Francesco Picone è uno fra i migliori zombi-movie degli ultimi anni
Il talentuoso regista indipendente Francesco Picone, dopo l’ottimo Io sono morta, torna dietro la macchina da presa con un altro cortometraggio di successo, Anger of the dead (2013). Vincitore di numerosi premi in vari festival italiani e stranieri, ha goduto anche di una distribuzione dvd in tiratura limitata (Smallmovie) ed è ora visibile online: i pareri entusiasti riscossi dal corto hanno indotto il regista a trasformarlo in un omonimo lungometraggio realizzato con un budget più ricco (Anger of the dead – The movie, attualmente in post-produzione). Anger of the dead è uno zombi-movie con tutti i crismi del genere, che si inserisce nel moderno filone apocalittico in maniera però del tutto originale, confermando così la vena creativa che questo giovane talento (A joke of too much, Martyn) va dimostrando.
La storia – scritta dallo stesso Picone – inizia durante una giornata qualsiasi, in un posto indefinito all’interno di un ristorante: una coppia sta litigando, un’altra vive una situazione di disagio e incomprensione, ma i problemi dei singoli passano presto in secondo piano visto che una ragazza si trasforma in zombi e attacca alla gola il partner. Tempo dopo, il mondo è ormai infestato dai morti viventi e i due fidanzati che abbiamo visto all’inizio lottano per la sopravvivenza: durante un assalto in strada sembrano avere la peggio, quand’ecco che arriva un roccioso motociclista (Alex Lucchesi) armato di fucile che fa strage di zombi. Il nuovo arrivato, però, non è proprio amichevole come poteva sembrare: antichi rancori lo legano alla coppia, e così i morti viventi non sono più gli unici nemici.
Molteplici sono gli aspetti interessanti e innovativi di Anger of the dead, e proprio questi sono forse alla base del grande successo di pubblico e critica ottenuto dal cortometraggio. Da un po’ di anni a questa parte – idealmente a partire da 28 giorni dopo (2002) – gli zombi hanno (purtroppo) cambiato radicalmente look: il classico incedere lento ha lasciato il posto a una corsa forsennata, i lamenti sono stati sostituiti dai “ruggiti” e i volti putrefatti si sono spesso trasformati in mostri anonimi. Anche gli effetti speciali, sovente, vengono sostituiti da una fredda CGI (non solo negli zombi-movie), e l’ambientazione è spostata in un imprecisato futuro quasi fantascientifico. Evidentemente, questo filone ha avuto successo, visto che ormai non si contano più i film di questo tipo, e anche in Italia sono stati realizzati due discreti prodotti “d’imitazione”, Eaters e Zombi massacre di Luca Boni e Marco Ristori. Senza nulla togliere ai suddetti, Anger of the dead ha qualche marcia in più: agli zombi ruggenti e scattanti se ne alternano altri di stampo più classico, che avanzano lenti e incespicanti lungo questa grigia strada deserta – in una scena molto suggestiva dal sapore quasi romeriano e fulciano (con le dovute distanze, s’intende); i personaggi, per quanto è possibile vista la durata dell’opera (16 minuti circa), sono “robusti” e ben costruiti, così come la storia, che presenta una sotto-trama non banale legata ai protagonisti; la grafica digitale è presente, sì, ma affiancata da quei bei effetti speciali artigianali che fanno molto “anni Ottanta”.
Già ne Io sono morta Picone aveva evidenziato un particolare gusto sia estetico (fotografico, in particolare) che narrativo (un colpo di scena che trasforma la vicenda in qualcosa di diverso): il regista ama i vari sottogeneri dell’horror ma non vuole riprodurli mimeticamente, bensì inserirsi in maniera personale, mescolarli, creare qualcosa che all’inizio può sembrare una storia classica ma che conosce poi una svolta imprevedibile. Se nel suddetto e precedente corto un torture-porn si trasformava in una storia di zombi, qui un puro zombi-movie si evolve in un dramma umano, una storia di rancore e vendetta: Picone non “perde tempo” a spiegare il perché dell’invasione ed è abile a sfruttare al meglio i tempi ristretti per entrare subito nel vivo della storia e svilupparla in un certo modo. Gli effetti speciali sono sicuramente uno dei suoi punti forti, fin dall’inizio, quando vediamo una gola squarciata a morsi con relativo scorrere del sangue , proseguendo poi durante l’assedio: vediamo in dettaglio l’ottimo make-up degli zombi (coi volti deformi e feroci, a metà fra il classico e il moderno), sangue e ferite a volontà, persino un braccio staccato di cui si nutre avidamente una delle creature, tutti effetti speciali in cui gli FX artigianali (Carlo Diamantini) convivono incredibilmente bene con un’ottima CGI (Alessio Barzocchini).
Suggestive e inquietanti sono le atmosfere e le scenografie apocalittiche in cui si muovono i morti viventi e gli uomini: una strada piena di macchine deserte, immersa nel nulla, un prato in cui si muove una donna zombi, il tutto con un sapore vagamente surreale, dylandoghiano e “post-romeriano”. A tale effetto contribuisce sicuramente la fotografia, limpida e curata, dello stesso Picone, con una prevalenza di toni virati sul grigio cupo contrastati dal rosso vivo del sangue e dal flashback finale, quasi commovente, sui ricordi “colorati” della vita felice prima dell’invasione. Completano l’opera il montaggio di Picone, spesso frenetico, e la colonna sonora martellante di Riccardo Iacono eseguita da Claudia Borghesi. Fra i protagonisti, domina sicuramente il “cacciatore di zombi” Alex Lucchesi – tipico “duro” del cinema horror italiano specializzato in questo ruolo (Eaters e Zombi massacre, ma anche il corto House of the rising sun di Ivan King) e presente anche in altri horror indipendenti nostrani. Aspettiamo con vivo interesse di vedere come Picone ha elaborato la vicenda nel lungometraggio Anger of the dead – The movie.
About Davide Comotti
Davide Comotti. Bergamasco, classe 1985, dimostra interesse per il cinema fin da piccolo. Nel 2004, si iscrive al corso di laurea in Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Bergamo (laurea che conseguirà nel 2008): durante gli studi universitari, ha modo di approfondire la sua passione tramite esami di storia, critica e tecniche del cinema e laboratori di critica e regia cinematografica.
Diventa cultore sia del cinema d’autore (Antonioni, Visconti, Damiani, Herzog), sia soprattutto del cinema di genere italiano (Fulci, Corbucci, Di Leo, Lenzi, Sollima, solo per citare i principali) e del cinema indipendente di Roger A. Fratter.
Appassionato e studioso di film horror, thriller, polizieschi e western (soprattutto italiani), si occupa inoltre dell’analisi di film rari e di problemi legati alla tradizione e alle differenti versioni di tali film.
Nel 2010, ha collaborato alla nona edizione del Festival Internazionale del Cinema d’Arte di Bergamo.
Scrive su "La Rivista Eterea" (larivistaeterea.wordpress.com), ciaocinema.it, lascatoladelleidee.it. Ha curato la rubrica cinematografica della rivista Bergamo Up e del sito di Bergamo Magazine. Ha scritto inoltre alcuni articoli sui siti sognihorror.com e nocturno.it.
Ha scritto due libri: Un regista amico dei filmakers. Il cinema e le donne di Roger A. Fratter (edizioni Il Foglio Letterario) e, insieme a Vittorio Salerno, Professione regista e scrittore (edizioni BookSprint).
Contatto: davidecomotti85@gmail.com
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